I nonni costituiscono le radici delle nostre esistenze. Guardandoci allo specchio è difficile non notare delle somiglianze, anche solo nel taglio degli occhi, che non possano ricollegarci a loro.
Ma cosa succede se dovessimo pensare alla nostra vita senza che loro ne possano più far parte?
Credo che ogni nonno si leghi in maniera inscindibile al proprio nipote sin dalla nascita. Quella creatura tanto attesa è per loro un prolungamento di vita, la certezza che si possa lasciare un’impronta, un’orma indelebile del loro vissuto moltiplicata in una nuova generazione, una scia di vita che cerchi appieno di coniugare tradizione e futuro. Noi siamo nient’altro che l’ombra dei nostri predecessori e a loro dobbiamo quello che siamo e che saremo.
Non so quanti di voi hanno ancora dei nonni, spero in tanti, ma c’è anche chi, come me, non li ha più o li ha persi da poco tempo.
Non voglio star qui a parlare di come sia giusto affrontare un lutto, è una cosa del tutto personale ed intima per chiunque, e, indipendentemente dall’aspetto religioso, una perdita ha bisogno di tempo per essere affrontata e risanata.
Posso soltanto consigliarvi di non sprecare tempo. Di amare i padri e le madri dei vostri genitori per quello che sono, sia che siano in perfetta salute (e questo lo spero tanto) o che si trovino in uno stato difficile.
Essere in età senile, senza alcun dubbio, non costituisce un deficit, anzi! L’esperienza è maestra di vita e loro sono sicuramente dei grandi capi ciurma.
Non consideriamo scontato il fatto che basti una telefonata o gli auguri in occasione delle festività per far sentire loro la nostra vicinanza, ma mettiamoci giorno per giorno in loro ascolto , non per forza attraverso la nostra presenza fisica ma soprattutto col cuore!
Non è mai tardi per far tesoro di ogni piccola emozione ed insegnamento, per cui provate a tutti i costi a condividere con i vostri cari ogni singola felicità, ogni minuscolo battito di vita!