Una volta, soprattutto nelle civiltà agricole, i rifiuti alimentari venivano riutilizzati ad esempio come mangimi per gli animali o concimi, ma ormai in una società civile, i rifiuti si sono diversificati, ed è inevitabile accumularne. Non rimane dunque che attuare il miglior sistema di raccolta senza causare danni all’ambiente e alle persone. Facile? No.
I dati riguardanti la raccolta differenziata, presentati da Utilitalia, la federazione delle aziende pubbliche di acqua, ambiente ed energia, evidenziano in modo marcato la differenza attitudinale in Italia relativamente a questo tema: al nord, la raccolta differenziata dei rifiuti è al 64%, al Sud è al 38%. Nel mezzogiorno, il 62% dei rifiuti finisce in discarica, al Nord il 69% viene bruciato per produrre energia. Non vuol essere una gara a “chi è più bravo”, ma essendo davvero abissale la differenza, qualche riflessione non è tuttavia sprecata.
La procedura d’appalto per la gestione del servizio di raccolta differenziata nei singoli comuni, non è sicuramente una procedura immediata in tutto il territorio nazionale, ma a rendere come sempre tutto più complicato al Sud, è sicuramente la certezza che lo smaltimento illegale dei rifiuti rimane ancora tra i business illegali più redditizi. Se il discorso ambientalista non piace a tutti, c’è da sapere che uno smaltimento sicuro dei rifiuti, vuol dire anche assicurare maggiore salute: non è difficile credere che i rifiuti fatti sparire dalla criminalità non finiscono su Marte, ma contaminano le falde acquifere, avvelenano l’aria e inquinano le coltivazioni agricole, compromettendo seriamente la salute dei cittadini.
Innanzitutto però, inserire la raccolta differenziata non è facile anche per una questione sociale: in generale, abituarsi ad un nuovo sistema non è automatico e inoltre bisogna considerare che molti paesi del meridione sono prevalentemente abitati da anziani, la cui mentalità è difficilmente mutabile. D’altronde, perfino in alcune zone dove ormai la raccolta differenziata è entrata nella norma, persistono ancora persone che mischiano i rifiuti tutti insieme rendendoli difficilmente recuperabili.
A questo punto sorge spontanea la domanda: quindi non pagano? No, pagano eccome. Anzi, pagano di più. Mediamente, la spesa di una famiglia tipo, è stata di 271 euro al Nord, 353 al centro, mentre al sud, udite udite, 363 euro. In genere dove si ha una qualità peggiore dei servizi (in questo caso, per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti, in alcuni paesi vi è la totale assenza del servizio), i costi sono più bassi. Ma questa è l’Italia, e troppo spesso le cose funzionano al contrario.
Roberta Rosaci