“Decretone” approvato dalla Ragioneria Generale dello Stato. Al suo interno “Quota 100”. Previsto il pensionamento per 290.000 persone in più.
Quota 100, l’ok della Ragioneria generale dello Stato. Il suo costo è di 3,7 miliardi per il 2019; 7,85 nel 2020 e 8,31 miliardi nel 2021. A questi si aggiungono oltre 430 milioni per l’operazione di anticipo della liquidazione (Tfs) dei dipendenti pubblici con prestito bancario. Questo è quanto previsto dalla relazione tecnica allegata al maxi-emendamento.
Si stimano per il 2019 290.000 pensionamenti in più, di cui 100mila dei dipendenti pubblici e 88mila dei lavoratori autonomi. Aumentano poi a 327mila le uscite anticipate nel 2020 e a 356mila nel 2021. E’ previsto un calo per il 2022, di 296mila fino ad arrivare a 155mila pensionamenti aggiuntivi nel 2028.
Il decreto su pensioni a Quota 100 e Reddito di cittadinanza, era stato approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 17 Gennaio. La partenza della misura – che prevede anche Reddito di Cittadinanza – è prevista per il 1 aprile 2019.
Clausola salva spesa
Proprio per i costi della riforma nel testo finale si legge come la clausola salva spesa su Quota 100 sia più stringente. E’ stato infatti confermato che il monitoraggio dell’INPS sulle nuove domande di pensionamento anticipato presentate sarà mensile e non più bimestrale. Ciò per quanto riguarda il 2019, mentre per gli anni seguenti diverrà trimestrale.
Opzione donna e Ape sociale
Per il 2019 sono previsti 24.500 pensionamenti con Opzione donna. Il cui costo dovrebbe essere di circa 250 milioni. Opzione donna prevede la possibilità per le lavoratrici con 58 anni di età – 59 se “autonome” – di uscire con almeno 35 anni di contribuiti versati, vedendosi ricalcolato l’assegno con metodo contributivo. Altri 13.900 sono invece previsti con il proseguimento dell’Ape sociale, dal costo di 98,2 milioni.
Tsf statali e pace contributiva
Oltre ai quasi 400 milioni per le proroghe di Ape sociale, opzione donna e le misure per i lavoratori precoci, è prevista dalla relazione tecnica la spesa di 432,6 milioni per la sola operazione di anticipo della liquidazione degli statali (Tfs) attraverso il prestito bancario.
Si stimano poi in 3.500 i lavoratori interessati ogni anno, almeno fino al 2021, alla copertura agevolata di buchi contributivi con un meccanismo di rateizzazione quinquennale facendo levo sulla cosiddetta pace contributiva. Quest’ultima interessa solamente i soggetti che hanno cominciato a lavorare dal 1 gennaio 1996.
Francesca Peracchio