La quota 100 svuoterà le corsie ospedaliere italiane

La quota 100 svuoterà le corsie degli ospedali italiani. E il turnover generazionale è bloccato da anni.

E’ quello che temono le Regioni, le Asl e i sindacati. Il problema è che saranno tantissime le persone che, in breve tempo, andranno in pensione; non si tiene conto però che si tratta di una categoria sempre più rara. Con la quota 100, secondo il sindacato più grosso nel settore, Anaao, saranno 25mila i nuovi pensionati derivanti dal mondo ospedaliero. Potrebbero insorgere, in seguito a questa spinta in negativo di personale medico, problemi seri nel sistema sanitario pubblico.




 

Lo spiega nel dettaglio il segretario di Anaao Carlo Palermo. “Attualmente i colleghi escono in media intorno ai 65 anni”, afferma. “Con la quota 100 potranno uscire anche a 62, visto che praticamente tutti quanti hanno fatto il riscatto degli anni di laurea. Quindi, come livello massimo si potrebbe avere un anticipo di ben tre scaglioni: quest’anno potrebbero lasciare anche coloro che hanno 62, 63 e 64 anni, per un totale di 25mila medici.
Ovviamente le penalizzazioni dal punto si vista dell’assegno ma anche la limitazione al cumulo ridurranno molto il numero dei medici che sceglieranno la quota 100. Detto questo questo, ci troveremo comunque con più dei 7mila pensionamenti previsti per quest’anno. Bisogna considerare che se anche fossero solo mille in più quelli che scelgono di lasciare, si tratterebbe di tanti professionisti visto che già adesso le uscite non sono compensate dalle entrate”.
Ogni anno il numero di persone che esce dalle scuole di specializzazione è inferiore al numero dei nuovi pensionati ogni. E’ un problema segnalato da anni che peggiorerà in seguito alla nuova riforma pensionistico, secondo quanto riportato dai dati dei sindacati e delle autorità competenti.

Ieri pomeriggio Anaao scrive questo sulla sua pagina Facebook. “Ultima ora. Le organizzazioni sindacali dei medici e dirigenti sanitari sono state convocate dal Ministro della salute Giulia Grillo lunedì 21 gennaio”. Magari avranno modo di essere ascoltati.

Ilaria Genovese
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