Le immagini, diffuse inizialmente dal Tg3, riprendono l’incidente alla funivia del Mottarone dello scorso 23 maggio. Si tratta di immagini scioccanti nelle quali si vede la cabina n° 3 avvicinarsi lentamente alla stazione di arrivo Mottarone, a bordo quindici persone tra cui il piccolo Eitan, il bambino unico sopravvissuto, il padre e due donne. All’improvviso la cabina si impenna e scivola all’indietro sempre più veloce, fino al salto nel vuoto con l’impatto a terra che non si vede perché avviene dietro al rilievo.
La diffusione del video integrale e senza censure dell’incidente è qualcosa di molto diverso dal giornalismo, si tratta di squallido e macabro voyeurismo oltre che di mancanza di rispetto per le vittime e le loro famiglie. Che senso ha diffondere quel video se non creare altro dolore e altra angoscia?
Chi ha presentato le immagini con entusiasmo come La7, chi ha avvertito della loro drammaticità come Rai3 e chi ha sfocato la vista delle persone come
Repubblica.
L’intero sistema mediatico si è gettato, peraltro contra legem, sulle terribili immagini della funivia del Mottarone che precipita senza curarsi del rispetto per le vittime, o del dolore dei loro parenti e amici e meno che mai dell’angoscia che hanno provocato in tutti noi, bambini compresi.
Il diritto di cronaca non c’entra per nulla e il dovere di informare meno ancora, queste infamie che si ripetono dai tempi di Vermicino sono state giustamente chiamate “pornografia del dolore” ma in nome dell’audience ci vengono sbattute in faccia con la convinzione di farci cosa gradita, considerandoci implicitamente tutti sadici e maniaci disposti a calpestare qualsiasi cosa in cambio di un’emozione forte.
Ci sono state immagini che hanno cambiato la storia, quelle di Mussolini a testa in giù, della bambina vietnamita bruciata dal napalm, del corpo di Aldo Moro, dell’omicidio di
George Floyd. Immagini orrende che però per il loro prevedibile impatto sulle coscienze dovevano essere mostrate, ma queste della funivia non servono assolutamente a nulla se non a catturare la nostra attenzione per alcuni secondi.
Come gli spot sexy di Calvin Klein e il sangue mestruale di Nuvenia.
Mario Piazza