Le dieci regole della manipolazione mediatica sono per me come i Dieci Comandamenti, sia perché considero il loro estensore Noam Chomsky un dio vivente fra i liberi pensatori del nostro tempo, sia perché sono italiano e vivo in un Paese che le applica tutte, nessuna esclusa, da 40 anni almeno.
I risultati del terremoto mentale che le 10 regole hanno prodotto sulla popolazione sono incontrovertibili e condizionano la nostra democrazia e la nostra libertà. Leggetele o rileggetele (ma vorrei dire inspiratele come un benefico aerosol) rispecchiandovi in esse con spirito autocritico e non sprecandole limitandovi ad additare nel vicino di casa o nell’avversario politico il bersaglio di questa strategia su larga scala, cioè nell’individuare solo in lui/loro il frutto bacato. I nostri cervelli, quale più quale meno, sono stati tutti contaminati. La strategia dell’asservimento è in corso. Lo squalo della manipolazione vi attacca quando siete culturalmente addormentati e indifesi. Riconoscerlo è il lasciapassare perché i nostri anticorpi possano trovare l’antidoto. Conoscenza è Resistenza.
Leggeteli uno per volta, chiudete gli occhi, traete un respiro e chiedetevi: questo passo mi ricorda qualcosa che ho visto fare o sentito dire nel corso degli ultimi anni? La 1, la 3, la 5, la 6, la 7 e la 8 sono ai primi posti nella mia Top Ten delle regole abusate in Italia anche in questo preciso istante. E voi? Quali sono quelle da cui vi sentite più attaccati?
- La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione, che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élite politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. (…) Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare. - Creare problemi e poi offrire le soluzioni
Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che sia il pubblico a richiedere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici. - La strategia della gradualità
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per anni consecutivi. È in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta. - La strategia del differire
(…) È più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Primo, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrà essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento. - Rivolgersi al pubblico come ai bambini
La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno. - Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione
Sfruttare l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti… - Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità
Far sì che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. (…) - Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti… - Rafforzare l’auto-colpevolezza
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione! - Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella gran parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un potere sugli individui maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su se stesso.
Tutti quelli che sono riusciti a leggere fino a qui hanno la possibilità di sviluppare gli anticorpi necessari a non cadere nelle fauci dello squalo mediatico. Quelli che si fermano al titolo o alla terza riga di un articolo come questo e non sono vigili su ogni informazione ascoltata o letta -compresa questa- oppure non si pongono più domande ma si limitano a ripetere le formulette propinate dal leader del partito d’appartenenza, sono in pericolo costante di essere manipolati a loro insaputa, senza nutrire neanche il pur minimo dubbio.