“Quanto conosciamo realmente il paese che maggiormente ha influenzato la nostra cultura a partire dal dopoguerra in poi?”
È questa l’interessantissima domanda che ci spinge a porci Francesco Costa all’inizio di “Questa è l’America”, il suo nuovo libro edito da Mondadori
Quanto è effettivamente utile leggere “Questa è l’America” per approfondire ulteriormente argomenti tanto discussi come la politica, l’uso sconsiderato delle armi, l’immigrazione, l’abuso di oppiacei? In fondo si tratta della nazione che conosciamo più di tutte oltre alla nostra: la stampa italiana, il cinema, i telefilm e la musica ci indottrinano da decenni su tutto ciò che c’è da sapere sugli Stati Uniti.
E se invece non fosse proprio così? È proprio questa la premessa da cui Costa parte sfogliando il suo “Questa è l’America”, spingendoci ad una più profonda ricerca. L’influenza che la cultura americana ha sul mondo occidentale ci porta a credere di conoscere alla perfezione quello che di fatto è un paese immenso ed eterogeneo, complicato e ricco di contraddizioni.
In realtà, infatti, l’idea che ci siamo fatti degli Stati Uniti (e di conseguenza il modo in cui diamo un senso ai fatti di cronaca e ai risultati politici che li riguardano) dipende da un’accozzaglia di luoghi comuni attraverso cui, di volta in volta, filtriamo le informazioni reali che giungono alla nostra attenzione.
Non possiamo tuttavia farcene una colpa, è naturale per noi esseri umani decodificare le notizie che riceviamo in un modo coerente rispetto alla nostra visione del mondo. Una visione che risente dei meccanismi di generalizzazione che utilizziamo continuamente per categorizzare la realtà, indispensabili per ordinare e rendere più comprensibile il mondo che ci circonda.
Sarebbe impossibile vivere senza catalogare quanto ci accade per descrivere il mondo in cui viviamo. Allo stesso tempo però generalizzare troppo può indurci a semplificare, rendendo banale e inesatta la nostra visione del mondo.
“Questa è l’America” è un libro che lotta proprio contro quei luoghi comuni che inquinano irrimediabilmente la nostra visione del mondo
Quella di Costa è infatti un’interessantissima panoramica su un paese di cui, a fine lettura, ci accorgiamo di aver capito effettivamente poco. Com’è possibile che Trump sia stato eletto dopo due mandati consecutivi di Barack Obama? Come ha potuto vincere su Hilary Clinton nonostante i tre milioni di voti in meno rispetto alla sua avversaria? Come si spiega l’impressionante numero di morti da overdose di oppiacei degli ultimi anni? E questa spaventosa statistica quanto ha a che fare con la politica? Come si spiega il fenomeno delle stragi da arma da fuoco? E perché gli americani considerano un diritto inalienabile il fatto di possedere un’arma?
Questa sono solo alcune delle domande a cui Costa risponde in “Questa è l’America”. Se dunque l’antropologia ci insegna che siamo istintivamente portati a semplificare il mondo e ragionare per luoghi comuni, è nostro dovere combattere questo nostro istinto informandoci ed educando noi stessi all’ascolto dell’altro e all’approfondimento continuo.
Silvia Cossu