Nonostante l’ascesa tecnologica anche nel mondo dei più piccoli, tutti i bambini utilizzano il classico disegno in modo naturale per esprimere a pieno se stessi: le tracce lasciate dalla matita sui fogli non sono scarabocchi, rivelano lati della personalità dei bambini che non trapelano dalle parole e dalle azioni, rivelandone così i contenuti più veritieri e profondi.
Le tracce lasciate sul foglio forniscono elementi d’interpretazione sulle emozioni, i sentimenti e il comportamento. Comprendere ciò significa avere in mano la “ricetta” per evitare il più possibile errori educativi in una fase della crescita così difficile. Mentre osservavo le forme e le sagome sui fogli, notavo come alcuni bambini prediligevano utilizzare il gesto curvo, altri quello angoloso, come alcuni premessero molto sul foglio, altri meno, come l’occupazione dello spazio e l’utilizzo dei fogli fosse diverso in ogni bimbo.
Il gesto curvo appartiene al bimbo gioioso, disponibile, allegro e avido, mentre chi disegna con gesti angolosi è un bimbo vivace e attivo, con punte di reattività. Chi pigia poco sul foglio segnala una forte sensibilità, facilità al pianto e sete d’affetto e di conferme.
Sappiamo oggi che lo scarabocchio è una forma primitiva di grafismo che costituisce un terreno utile per un’indagine psicologica precoce, diventando un vero e proprio test di conoscenza obiettiva della natura dei piccoli a partire già dai 12/16 mesi d’età.