Pensate al bar in cui avete vissuto situazioni, emozioni speciali: la sua vetrina che sa di tempo vissuto, di polvere accumulata e di stelle riflesse; il suo pavimento che nonostante i lavaggi, custodisce il ricordo di passi mattutini, di quelli stanchi e di quelli trepidanti; i suoi tavolini che hanno accolto sogni giovani e malinconie antiche, che hanno letto pagine tristi di giornali tristemente sfogliati e che sono stati il piano stabile per spiriti inquieti.
Pensate al vostro bar: quello della vostra giovinezza, quello che era sempre aperto e nel quale c’era sempre qualcuno con cui scambiare una parola, quello di cui il caffè era il più buono e la mano che riempiva il bicchiere la più generosa.
Ora cercate di ricordare le sue tazzine, una in particolare. Ed immaginate quanto abbia da raccontare una tazza da caffè… per aiutarvi nell’impresa, vi indico il video realizzato dal filmmaker americano Ryan Christopher Lee che ritrae una tazza daldole voce, dandole la possibilità di elencare le storie, gli inizi e i finali, le emozioni belle e le rabbie e le tristezze, le fatiche e le angosce, le gioie e le soddisfazioni di chi l’ha stretta tra le mani.
Un “vissuto” che supera l’idea delle porcellane da vetrina e quella dei bicchieri di plastica usa e getta: una tazza semplice, testimone di amori nati proprio con un caffè e di amori finiti con uno sguardo rivolto verso la strada, da un bar che non sarà più lo stesso. Una testimone che ha conosciuto il calore e la freddezza di cui sono capaci le mani e che ha conosciuto i desideri e i ricordi di cui è capace chi prende posto al tavolino di un bar, in solitudine o in compagnia. Una testimone di attese e di saluti, di risate esplose nel silenzio e di lacrime asciugate in fretta per non essere viste dagli altri clienti, di baci sempre più consapevoli e di carezze su mani spaventate, di ricordi condivisi e di malinconie annotate sullo scontrino, e senza dimenticare tra tutto questo “quant’è carino il ragazzo dietro al bancone” e “da questo bar non ci passerò mai più”…
Un video originale, poetico e tenero. Perché anche gli oggetti hanno una loro memoria, che si nutre di quella di chi li usa: questo ha voluto dimostrare l’organizzazione Lee per Voice of the Voiceless, nata per dare voce a coloro che non ne hanno.
Ricordatevi di stringere bene la tazzina del caffè, la prossima volta e per tutte le volte che verranno: un giorno potrà ricordarvi quello che non riuscirete a ricordare da voi.
Deborah Biasco