Vladimir Luxuria e il cruciverba di Chi che chiede di definirla come “uomo”.
Mi rendo tristemente conto che la transfobia è insita anche all’interno della comunità LGBT.
Prendo atto del fatto che non ho visto levate di scudi per difendere Vladimir Luxuria, dall’offesa gratuita ricevuta dal settimanale Chi di Alfonso Signorini, nel quale viene definita un “uomo”.
Fa specie che questa offesa ad una donna transgender trovi terreno fertile all’interno di una rivista il cui direttore è “un uomo gay”.
Non c’è stata difesa, non ci sono state scuse, il tutto rimane avvolto da un ignavo silenzio.
Certo che Vladimir si è anche impegnata a perdere consenso all’interno della comunità LGBT con alcune sue opinabili dichiarazioni, ma questo non è sufficiente per non prendere le sue difese e quelle di migliaia di persone trans, milioni nel mondo..
Definire una donna transgender “uomo” è una delle offese peggiori che le si possano fare, ed è una provocazione oltre che una violenza psicologica al pari del messaggio subdolo degli “amici dal bus arancione”: “i bambini sono maschi e le bambine sono femmine”..
Sarebbe opportuno che si inizi a riflettere all’interno della comunità LGBT circa le sorti della povera e bisfrattata T..
Non vogliamo essere compatit*, vogliamo essere sostenut* nelle nostre battaglie, che sono quelle dell’autodeterminazione, e ancor prima del diritto all’esistenza..
Meglio avere dei veri nemici che dei falsi amici, quindi, cercate di capire se volete sostenere VERAMENTE le nostre battaglie.
Il tempo del bon ton e dei compromessi è passato.
Ci servono lavoro, case di accoglienza e centri antiviolenza specializzati..
Ci prenderemo quello che ci spetta!!!