In realtà Donald Trump non dovrebbe nemmeno chiamarsi così. Il suo vero nome, se non fosse stato modificato, sarebbe Donald Drumpf: che suona molto meno americano, e molto più tedesco. Ma non è un caso.
Trump infatti non è di origini americane. Nessun americano è di origini americane. Tranne quelli che conosciamo come “indiani d’America”. Loro sono americani. Loro sono “a casa loro”.
Donald Trump è di origini tedesche, è nipote dell’immigrato Frederich Drumpf (o Trumpf), che lasciò illegalmente la Germania per disertare la leva, scappando su un “barcone” negli Stati Uniti d’America.
Una volta negli Stati Uniti l’immigrato Frederich Drumpf “inglesizzò” il suo cognome in Trump. Diede alla luce un figlio, Fred Trump, che diede alla luce un figlio: Donald Trump.
Oggi quel nipote di immigrati, che grazie alle opportunità concesse agli immigrati è diventato Presidente del Paese in cui suo nonno arrivò da immigrato, dà la caccia a chi come suo nonno cerca diritti e una vita migliore negli Stati Uniti.
In queste ore il nipote di immigrati Donald Trump ha invitato quattro deputate democratiche statunitensi, cittadine statunitensi ma poco bionde e poco bianche (Alexandria Ocasio-Cortez, Rashida Tlaib, Ayanna Pressley e Ilhan Omar) a tornare nel “loro paese d’origine” perché colpevoli di difendere i diritti degli immigrati, di voler permettere ad altre famiglie di avere le stesse opportunità di cui ha goduto la famiglia di Donald Trump. E Donald Trump stesso.
Le deputate in questione sono tutte nate negli Stati Uniti. Come Trump. E sono tutte di origini straniere. Come Trump. Ma per Trump e i suoi elettori loro, poco bianche, hanno ancora un “paese d’origine” in cui dovrebbero tornare. Trump no. Lui è americano.
Il significato del sovranismo mondiale che sta obnubilando la mente di milioni di esseri umani in tutto l’Occidente e che ci sta facendo tornare ad essere scimmie che marcano il territorio e si battono il petto davanti agli intrusi, sta tutto qui. Ipocrisia, involuzione, ignoranza.