Quattro milioni di italiani non possono permettersi cure sanitarie. Si tratta soprattutto di famiglie a basso reddito che da anni si trovano a fare i conti con una crisi economica che non sembra voler dare una tregua al nostro paese. Così, quando ci si trova costretti a dover decidere quali spese tagliare, in molto decidono di risparmiare su analisi e visite mediche.
LE PAROLE DEL MINISTRO
I numeri li snocciola direttamente il ministro della Salute, Roberto Speranza:
Sono troppi gli italiani che non si curano come dovrebbero per motivi economici. Questo è un fenomeno molto consistente. Secondo alcuni studi si stima che si tratti di almeno quattro milioni di persone. Bisogna riportarli dentro il Servizio Sanitario Nazionale.
POSSIBILI SOLUZIONI
Per cercare di contrastare questo fenomeno, Speranza ha deciso di abolire il superticket, la tassa di 10 euro che i pazienti devono pagare in alcune regioni, per effettuare visite specialistiche ed esami di laboratorio. Ma il ministro insiste anche sulla necessità di rimodulare il sistema dei ticket in base al reddito delle famiglie:
Il superticket era la tassa più brutta e l’abbiamo abolita, dal primo settembre non ci sarà più. Oltre a questo, resta la quota del ticket che tutti pagano indipendentemente dal reddito: ho annunciato un collegato alla manovra per il bilanciamento del ticket.
Chi guadagna molto di più, deve pagare un po’ di più rispetto a chi guadagna molto di meno. Bisogna favorire chi resta fuori dal Ssn, stando però attenti a non spingere fuori dal sistema i redditi più alti. Il servizio sanitario deve comprendere tutti.
INVERSIONE DI TENDENZA
Dopo anni di tagli, con riduzioni di risorse e personale, stavolta sembrerebbe vedersi all’orizzonte una prima inversione di tendenza nel settore, come annuncia il ministro:
La manovra ha dato un primo segnale importante, con due miliardi in più sul Fondo sanitario che non si vedevano da molti anni. Altrettante risorse saranno investite sull’edilizia sanitaria. Inoltre sto lavorando a un emendamento contro la precarietà del personale, a partire dalle situazioni più urgenti.
DINO CARDARELLI