Quanti pensieri affollano la nostra mente ogni giorno?

Quanti pensieri affollano la nostra mente

Foto di DanaTentis da Pixabay

Quanti pensieri affollano la nostra mente ogni giorno? C’è un modo per quantificarli? Oppure è pura utopia scoprire il numero certo? A questa domanda hanno risposto gli psicologi della Queen’s University (Canada). Attraverso una ricerca.

Lo studio

Gli studiosi hanno adottato un nuovo metodo per isolare i cosiddetti filoni di pensiero (dall’inglese “thought worms”, letteralmente “vermi di pensiero”). Che altro non sono che una serie di pensieri specifici focalizzati su una stessa idea.

Come spiega Jordan Poppenk, specialista in neuroscienze cognitive e coautore dello studio:

“I vermi di pensiero sono punti adiacenti in una rappresentazione semplificata di modelli di attività cerebrale. Quando una persona passa a un nuovo pensiero crea un nuovo verme, che individuiamo grazie al nostro metodo”.

Il metodo

Per comprendere quanti pensieri affollano la nostra mente – e quindi conteggiare i filoni di pensiero – gli studiosi hanno utilizzato una risonanza magnetica funzionale (fRMI). Attraverso le immagini ricavate è possibile vedere chiaramente quando avviene la transizione da un pensiero a un altro (e quindi anche contare i filoni di pensiero).

La parte più importante, quindi, non è sapere quale sia il contenuto del pensiero. I pensieri in sè non influiscono sullo studio. Anche perchè ovviamente gli studiosi non riescono a leggere nella mente delle persone.

Poppenk ha infatti affermato:

“La svolta è avvenuta quando abbiamo smesso di domandarci che cosa una persona pensasse, concentrandoci invece su quando il pensiero cambia”.




Quanti pensieri affollano la nostra mente?

Secondo questa ricerca, ad ogni persona passerebbero per la testa in media 6.200 pensieri al giorno. A qualcuno sembreranno tantissimi, ad altri no. Ma questo è quanto.

I limiti dello studio

Perchè la ricerca avesse un buon esito, è stata necessaria la collaborazione attiva del soggetto. In pratica i volontari hanno dovuto comunicare agli scienziati il momento esatto in cui il loro pensiero cambiava.

Nonostante questo limite, lo studio indica una strada da percorrere per arrivare a comprendere in che modo cambia il fluire dei pensieri in diverse circostanze, come in condizioni di stress oppure sotto l’effetto di droghe o alcol.

Del resto, come ha affermato lo stesso Poppenk:

“Possiamo dire che abbiamo superato il vocabolario nel tentativo di comprendere la punteggiatura e il linguaggio della mente“.

Anna Gaia Cavallo

 

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