La vigilia di questo Natale è accaduta una storia che pare scritta da un abile sceneggiatore.
A dicembre, in un paesino in provincia di Padova, Margherita Breda si reca con il figlio di undici anni in un canile per prendere un cucciolo.
Lo sguardo del ragazzino incrocia quello di Blanco, un cane anziano, un incrocio tra un labrador e un pointer, ed è amore a prima vista.
Un cane che nessuno voleva, destinato a rimanere al canile e finire tristemente lì i suoi giorni.
Il bambino è deciso, sente per quel cane un trasporto incredibile: «Voglio lui!».
Con sorpresa degli addetti del rifugio, Blanco è il prescelto e trova una cuccia calda e una famiglia che lo ama. Con il ragazzo poi l’intesa è perfetta: sembrano fatti l’uno per l’altro.
Un cane decisamente fortunato!
Dopo dieci giorni la mamma è ferma davanti alla farmacia del paese con Blanco al guinzaglio, impegnata al telefono con un’amica. Non si accorge che due uomini armati e dal volto coperto da un passamontagna stanno entrando nella farmacia per rapinarla. Uno di loro si dirige verso la donna per prenderla in ostaggio.
Blanco invece se ne accorge e con un balzo protegge Margherita frapponendosi tra lei e il bandito che indietreggia spaventato, ordinandole di tenere stretto l’animale.
La donna racconta commossa di essere viva grazie a quel cane che era entrato nella loro famiglia da pochissimi giorni. «Siamo fortunati ad averlo incontrato», è il suo commento.
Blanco è un cane anziano, come tantissimi in tutti i canili d’Italia che aspettano qualcuno che regali loro qualche anno di serenità togliendoli da un box triste in cui il loro sguardo si spegne lentamente, giorno dopo giorno.
Gli animali anziani hanno molto da regalare e, non avendo la vivacità dei cuccioli, si adattano molto bene a rimanere in casa quando la famiglia è impegnata al lavoro e a scuola.
Tre anni fa, nello stato americano della Georgia, una cucciola di quattro mesi venne trovata pelle e ossa da una volontaria lungo una strada.
Probabilmente era stata tenuta in gabbia da alcune settimane senza acqua nè cibo e poi abbandonata. Era praticamente morta.
La volontaria la portò in lacrime dal veterinario ma gli organi interni erano troppo compromessi ed era difficile anche alimentarla.
Non si capiva la razza ma si trattava di un incrocio tra un pitbull e uno Staffordshire terrier. I medici provarono a curarla ma aveva solo l’1% di probabilità di sopravvivere
La piccola reagiva debolmente: le venne dato il nome di Xena, la guerriera della serie televisiva Hercules.
Dopo mesi di cure in clinica Xena miracolosamente si riprese diventando una cagnolina dolce ma timida.
Venne creata una pagina Facebook col suo nome per documentarne il percorso di guarigione e arrivarono donazioni e richieste di adozione.
La cucciola divenne la testimonial di una raccolta fondi a favore del canile e partecipò a un’iniziativa con il pubblico.
Qui l’animale andò incontro a Jonny, un bambino di otto anni con una grave forma di autismo, chiuso in un mondo impenetrabile in cui non lasciava entrare nemmeno i genitori, provocando in lui una spontanea e fragorosa risata.
Immediatamente tra i due si sviluppò un feeling incredibile e i genitori decisero di adottarla, anche se le volontarie temevano che Xena potesse reagire male a qualche atteggiamento del ragazzino a causa dei traumi subiti.
Jonny disponeva di un vocabolario limitato, non riusciva a dimostrare affetto, a sostenere il contatto visivo e non sopportava avere nessuno troppo vicino a sé.
Da quando Xena è arrivata a casa il ragazzo è uscito dal suo mondo solitario cominciando a parlare sempre di più. Conversa con lei nel tragitto scuola-casa, durante i compiti, a scuola, gioca, canta.
La mamma è commossa quando lo vede sorridere, abbracciare e baciare la cagnolina.
In un video il ragazzino racconta che Xena è stata maltrattata, di essere autistico ma che assieme costituiscono una squadra perfetta e invita a essere gentili con gli animali e con i bambini come lui.
La madre rivela di aver speso migliaia di dollari in terapie ma che solo l’incontro con Xena sia stato capace di creare un radicale cambiamento: «Non l’ho mai visto così felice in otto anni».
Xena, a cui è rimasta una cicatrice sul muso, partecipa alle iniziative di un’associazione per l’Autismo e nel 2013 ha vinto il premio di cane dell’anno istituito dalIa Società Americana per la Prevenzione della Crudeltà verso gli Animali.
I maltrattamenti che ha ricevuto non le hanno impedito di mostrare fiducia nei confronti dell’uomo: forse la solitudine provata nella gabbia in cui era stata obbligata le hanno fatto percepire le somiglianze con quella in cui era imprigionato Jonny e l’empatia di cui gli animali sono ricchi l’ha spinta a intervenire per condividere l’amore, troppo spesso sconosciuto agli umani.
Entrambe queste storie hanno un denominatore comune.
I protagonisti sono animali abbandonati, senza pedigree e frutto di strani incroci, con cicatrici sulla pelle e nell’anima.
Occorre riflettere a lungo prima di regalare un animale, magari a Natale, consapevoli dell’impegno e della responsabilità che si assume.
E, prima di comprarne uno, pensare anche a quelli abbandonati nei rifugi per dare loro una possibilità, che spesso si trasforma in opportunità per chi adotta.
Forse chi vive in un canile sente ancora più forte l’istinto di regalare affetto e attenzioni.
Paola Iotti