Quando l’estate volge al termine, ma la ricchezza che solo un’esperienza come il viaggio è in grado di regalarci è ancora sulla nostra pelle, può essere interessante scoprire che (forse) questa estate abbiamo sbagliato l’hotel che ci ha ospitati. Questo se i nostri parametri di riferimento sono: originalità, cultura e innovazione.
Negli ultimi anni il settore turistico ha implementato l’offerta delle attività che i turisti hanno la possibilità di svolgere durante i loro soggiorni, in Italia e all’estero. Anche l’hotel è cambiato. Non è più un breve luogo di passaggio al quale riservare solo l’attenzione di una raggiunta (o meno) comodità, ma un luogo dove immaginazione, tecnologia e socialità si vanno ad intrecciare.
Se siete amanti della cultura e dell’arte, colpiranno la vostra attenzione gli “Art hotel”.
Il nome rivela già che cosa facilmente si troverà nella hall e nelle stanze dove andremo a soggiornare. Questi alberghi garantiscono infatti l’esperienza di un’immersione totale del cliente nell’arte contemporanea. Insomma, scegliere di dormire in un Art hotel è un po’ come prenotare una stanza all’interno di una galleria.
Nel Marzo 2017 è stato inaugurato a Betlemme “The Walled Off Hotel”, su iniziativa dell’artista britannico Banksy. Si tratta di un edificio il cui scopo è al contempo artistico e politico. La posizione scelta da Banksy non è infatti lasciata al caso: l’hotel sorge proprio davanti al muro che separa Israele dalla Palestina. La collocazione richiama volutamente lo sfruttamento coloniale e una riflessione sulla separazione fisica e politica della città. La sua essenza di protesta non mette però in secondo piano la contingente identità di hotel: ci sono infatti diverse camere facilmente prenotabili online, secondo le normali scale di prezzo.
L’albergo ospita e offre in aggiunta la fruizione di una decina di opere di Banksy e diverse installazioni. La riflessione sul muro è molto forte. All’interno dell’hotel stesso c’è un vero e proprio museo dedicato all’argomento. I clienti hanno anche la possibilità di acquistare il materiale necessario alla realizzazione di graffiti da creare appositamente per il muro a fianco dell’edificio, provando l’esperienza “Banksy” al cento per cento.
Quando però un’operazione artistica è allo stesso tempo politica, inevitabilmente essa va incontro a delle critiche.
È stato così anche per “The Walled Off Hotel”. Banksy è stato infatti accusato di sminuire in qualche modo il conflitto israelo-palestinese in corso, soprattutto se si guarda ad una delle sue opere realizzata su una parete di una stanza dell’albergo. Si chiama “Pillow Fight” e ha il tipico carattere provocatorio che contraddistingue l’artista dall’identità misteriosa.
Sempre nell’ambito degli “Art Hotel” vi segnalo un albergo italiano dove architettura del passato e arte contemporanea si incontrano. Si tratta del “Byblos Art Hotel” che occupa gli spazi di un edificio del XVIII secolo: Villa Amistà. La trovate nella Valpolicella, in provincia di Verona. Il corpo centrale dell’edificio risale al Quattrocento ed è stato realizzato in stile veneziano. Ma ciò che rende questo albergo un’esperienza artistica fuori dal comune è la commistione temporale dei molteplici stili di questo edificio, che dialogano con la collezione d’arte contemporanea presente nell’hotel. Anche gli arredi interni realizzati dal designer Alessandro Mendini hanno reso questo luogo un museo d’arte contemporanea dove poter vivere, seppur solo per qualche giorno.
Se la comodità, l’high tech e l’uso efficiente degli spazi sono invece la vostra prerogativa, lo diventeranno sicuramente i sempre più popolari hotel “a capsula”.
Il termine è già di per sé claustrofobico. Potrebbero suscitarvi questa precisa impressione gli ambienti di questi alberghi di pochi metri quadrati per stanza, d’ispirazione giapponese. Dapprima erano presenti solo negli aeroporti, oggi sono invece protagonisti di vere e proprie start up alberghiere. In Italia è stato inaugurato il primo hotel capsula a Milano, “l’Ostelzzz” in Viale Jan, nei pressi di Porta Venezia. Ma è solo il primo di una lunga serie che ha coinvolto e sta coinvolgendo altre realtà italiane.
La struttura ricopre circa 1100 metri quadrati e offre al visitatore cento posti letto. Gli spazi sono piccoli, simili a delle celle degli alveari, adatti per lo più a una clientela giovane; non tanto per la comodità, quella sta a voi testarla, quanto per il carattere fortemente social della struttura, che permette di comunicare con una piattaforma digitale con i compagni di “alveare” e organizzare inaspettate visite alla città. La bellezza della condivisione “da ostello europeo”, ma senza rinunciare al design esclusivo e all’high tech di schermi, illuminazione e areazione di alta qualità.
Nel cuore di Parigi, in uno dei quartieri più caratteristici, che profumano di storia, arte e letteratura, si può invece dormire in una biblioteca personale.
Proprio così. La “Suite biblioteca Parigi Marais” è una realtà che supera il comfort di un normale hotel. La suite è una casa della cultura e della bellezza. L’immersione silenziosa nelle milioni di storie che si annidano nei libri che avvolgono le pareti è garantita dalla totale insonorizzazione degli spazi. Il design abbraccia ogni angolo e il cuore dei visitatori. Probabilmente non risulterebbe sufficiente una settimana di permanenza nella suite per “i divoratori” di libri, ma chi li ama apprezza anche solo la vicinanza di quei gioielli dalle molteplici voci.
Se viaggiare è la chiave delle possibilità, come la conoscenza del mondo e di noi stessi, farlo anche solo con la fantasia può avere i suoi benefici. Oggi tutto ciò è possibile senza nemmeno lasciare il nostro hotel. A voi la scelta.
Claudia Volonterio