La dialisi è una forma di terapia sostitutiva renale continua: grazie ad alcuni macchinari è possibile depurare il sangue da tossine e liquidi in eccesso. E’ utilizzata infatti per il trattamento dell’insufficienza renale acuta e cronica, quando per diverse cause i reni smettono di funzionare.
L’invenzione della dialisi si è rivelata un piccolo miracolo dei reparti di nefrologia. Prima della sua creazione infatti i soggetti con insufficienza renale che non arrivavano ad effettuare il trapianto erano destinati ad una morta rapida e dolorosa. L’adozione della dialisi invece ha permesso l’allungamento della vita media di questi pazienti e la possibilità di perdurare sino al trapianto di rene.
La dialisi sostituisce le 4 funzioni di base del rene:
- eliminazione delle sostanze tossiche (urea, ammonio, acido urico);
- mantenimento dell’equilibrio elettrolitico (sodio, potassio, calcio, magnesio);
- mantenimento dell’equilibrio acido-base (pH);
- omeostasi del bilancio idrico.
Tipologie di dialisi
La dialisi può essere effettuata in due modi:
- emodialisi: in questo caso il sangue viene fatto scorrere verso una macchina che funge da rene artificiale per potere essere depurato, dopodiché viene reimmesso nel corpo del soggetto da un altro accesso;
- dialisi peritoneale: in questo caso si utilizza il peritoneo (una membrana che ricopre gli organi addominali) come scambiatore, grazie ad un catetere posto in cavità addominale.
La scelta del tipo di dialisi dipende molto da tipo di paziente. La dialisi peritoneale ad esempio è comunemente utilizzata nei bambini, mentre l’emodialisi in caso di malattia cronica con necessità di effettuare molte sedute.
Rene artificiale
La macchina per la dialisi è composta da 3 componenti principali:
- dializzatore;
- sistema di formazione e trasporto del dialisato (liquido di dialisi);
- sistema di trasporto del sangue.
Il dializzatore (o filtro) è una camera in materiale plastico che contiene dei fasci di canali capillari. Attraverso questi vengono perfusi sangue e dialisato, contemporaneamente a velocità molto elevate. Il sangue scorre sul lato interno, il dialisato sul lato esterno: a separarli troviamo una membrana biocompatibile semipermeabile che permette il passaggio di determinate sostanze.
Il dialisato è il liquido con cui avvengono gli scambi con il sangue. E’ composto da acqua pura, sodio bicarbonato, miscela elettrolitica diluita. Il dialisato viene preparato in base al tipo di paziente, al tipo di patologia di base, alle sostanze che devono essere eliminate.
La parte fondamentale del sistema di trasporto del sangue è l’accesso dialitico, ovvero il metodo utilizzato per accedere al circolo ematico. I più utilizzati sono:
- cateteri venosi centrali (CVC): cateteri a doppio lume di calibro importante utilizzati soprattutto in acuto, inseriti in vene centrali di grosso calibro (giugulare, succlavia);
- graft: innesti in materiali plastico tra i vasi del paziente che vengono punti al posto delle vene;
- fistola: si crea una comunicazione tra un vaso arterioso e uno venoso, al fine di “arterializzare” quest’ultimo e renderlo più resistente e durevole.
Quando effettuare la dialisi
I criteri comunemente accettati per avviare il trattamento dialitico comprendono:
- oliguria: diuresi <200 ml/12h;
- anuria: diuresi <50 ml/12h;
- iperkaliemia: elevati valori di potassio (K >5 meq/l);
- iperazotemia;
- grave acidosi refrattaria a terapia con bicarbonato;
- edema d’organo clinicamente significativo (polmonare, pericardico);
- sintomi da uremia;
- severa e progressiva disnatremia (valori di sodio alterati);
- ipertermia grave (T >39,5°C);
- coagulopatie con indicazione alla somministrazione intensiva di emoderivati.
Se è presente un solo criterio, il trattamento è consigliato; se sono presenti 2 o più criteri è obbligatorio.
Altre indicazioni sono:
- scompenso cardiaco resistente alla terapia con diuretici;
- avvelenamento da mezzi di contrasto o farmaci (metformina, litio).
Le complicanze
Purtroppo, come tutte le procedure mediche, anche la dialisi non è esente da complicanze. Queste possono essere:
- ipotensione: è la complicanza acuta più frequente, soprattutto per i diabetici;
- crampi muscolari;
- reazioni allergiche;
- complicanze legate al catetere: puntura della carotide, pneumotorace, infezione;
- complicanze legate alla fistola: aneurismi, trombosi.
Marco Giglia
Fonti:
Principi di medicina interna sistematica – Harrison vol. 2
Medicina interna – C. Rugarli