Quando i picchetti sono fioriti è un’opera dello scrittore palestinese Aysar al-Saifi, pubblicato nell’ottobre 2024 da Prospero Editore. Il libro, che si colloca tra narrativa e testimonianza, narra la quotidianità dei campi profughi palestinesi, intrecciando ricordi personali, memorie collettive e storie di resilienza che attraversano generazioni. È un viaggio letterario che restituisce voce a un popolo spesso dimenticato, immerso in una lotta continua per l’identità e la sopravvivenza.
Un viaggio nei campi profughi
L’autore, attraverso una scrittura evocativa e struggente, ci porta dentro i vicoli stretti e polverosi dei campi profughi, luoghi dove l’assenza di spazio fisico rispecchia quella di una libertà negata. Il campo diventa simbolo di un esilio senza fine, ma anche di speranza e comunità. Al centro della narrazione troviamo figure emblematiche come Abu Khairi, un uomo che non si separa mai dalla chiave della sua vecchia casa a Deir Yassin.
«Era una chiave lunga circa dieci centimetri, grossa e pesante. La portava appesa al collo come un fardello, ma anche come un simbolo della speranza di tornare un giorno nella sua terra».
Questo oggetto, così carico di significato, rappresenta il legame con un passato doloroso ma mai dimenticato, un richiamo alla Nakba e alla perdita della patria.
Poetica della resilienza
La forza di Quando i picchetti sono fioriti sta nella capacità di al-Saifi di coniugare la durezza della realtà con una narrazione poetica. Le vicende di Abu Khairi, Rawi e altri personaggi mostrano come il dolore e la resilienza si intreccino inesorabilmente. Le pagine sono pervase da immagini potenti, come quelle dei bambini che giocano nei campi nonostante il terrore, o delle famiglie che si stringono nelle tende durante le tempeste.
«Tutte le volte che vedevano nuovi picchetti e nuovi pali, si rendevano conto che la loro permanenza lì sarebbe durata molto più a lungo del previsto».
Resistenza e memoria
Il libro non si limita a descrivere la sofferenza, ma offre una riflessione profonda sul significato della resistenza e sul potere della memoria. I muri del campo, coperti di scritte e slogan, diventano un archivio vivente della lotta palestinese, una forma di espressione che sfida l’oblio. Come sottolinea Rawi, uno dei protagonisti:
«Il campo è quei muri sui quali, da piccoli, abbiamo disegnato i nostri sogni e scritto frasi sull’amore e sulla guerra. È il luogo dove abbiamo imparato a sognare e a lottare».
L’identità nel frammento
La struttura frammentata del libro riflette l’esperienza di un popolo disperso, ma unito da un’identità condivisa. Al-Saifi riesce a restituire dignità e complessità alle storie individuali, mostrandoci che dietro ogni vicenda c’è un’umanità che resiste. Ogni dettaglio – dai serbatoi d’acqua sui tetti delle case alle tende strappate dal vento – diventa simbolo di un’esistenza precaria, ma profondamente radicata nella speranza di un futuro migliore.
Un ponte tra passato e futuro
Quando i picchetti sono fioriti è un’opera che parla di esilio, ma anche di amore per la terra e per le persone. Nonostante la brutalità delle storie raccontate, il libro lascia spazio a momenti di tenerezza e solidarietà. È un invito a non distogliere lo sguardo, a comprendere che dietro i numeri e le statistiche ci sono vite umane, ricordi e sogni. Al-Saifi ci ricorda che la libertà non viene mai regalata, ma è il frutto di una lotta incessante, come sottolinea Rawi nel finale:
«La libertà non viene mai regalata, la otteniamo con la nostra lotta».
Un atto di resistenza
Questo libro è molto più di una testimonianza. È un atto di resistenza culturale e politica, una denuncia contro l’ingiustizia e un tributo alla forza di chi, nonostante tutto, continua a credere nella possibilità di un ritorno. Al-Saifi si fa portavoce di una storia collettiva, riuscendo a far emergere non solo il dolore, ma anche la resilienza di un popolo che non si arrende. Quando i picchetti sono fioriti è una lettura necessaria, un ponte tra passato e futuro che ci spinge a riflettere sul valore della memoria e sull’urgenza della giustizia.