Lei è Stephanie, ha 14 anni ed una grinta da vendere. È cresciuta in Australia, nei sobborghi di Sidney e dall’età di due anni indossa il suo tutù!
Il sogno che riempie il suo cassetto, quindi, è intuibile. Per lei, invece, è sempre stata una certezza… sempre, anche quando, nel 2010, è arrivato il momento, il triste giorno in cui è stata costretta ad appendere ad un chiodo le sue scarpe da ballo, per volontà della sua famiglia, che aveva iniziato un percorso di conversione all’Islam. Ma Stephanie le ha appese non troppo in alto, a quanto pare, o almeno non ad una altezza a cui la sua caparbietà e la sua perseveranza non sono state capaci di giungere per riprendersi il sogno.
Un sogno che la fede non ha escluso, anzi, ha rafforzato: perché la fede è una danza! Quando è armonia, quando è sicurezza, quando è equilibrio, la fede è una danza (chi la vive, lo conferma). E Stephanie lo ha capito. Per questo ha sfidato pregiudizi, critiche e parole di scoraggiamento di coloro che non approvavano il suo esibirsi, il suo ballare con addosso il hijab: come se questo non lasciasse posto ad altro. Ad un sogno, per esempio. Come se la fede fosse negazione, impedimento, impossibilità. Come se la fede dovesse automaticamente comportare l’abbandono di qualcosa, il sacrificio, la rinuncia.
E pensare che ho sempre creduto che l’uomo ambizioso è gradito a Dio. Per non parlare della donna ambiziosa: la adora.
D’altronde, se è vero che talenti e passioni e predisposizioni e capacità, innate o acquisite, sono doni da parte di Qualcuno, una buona cartina tornasole è una vita che applica tutto questo e che ne permette lo sviluppo. Stephanie lo ha fatto non dimenticando i passi della sua danza; stirando i suoi muscoli per riuscire ad afferrare le sue scarpe da ballo tanto amate; continuando a credere in un Dio che, certamente, ha apprezzato e continua ad apprezzare ogni suo sforzo, ogni sua esibizione, ogni sua ambizione. Continuando ad intrecciare la melodia della fede a quella della danza… e ballandoci al ritmo.
Su quelle note che parlano di Libertà e di Perseveranza, del Divino e dell’Umano, del Principio e del Futuro, di Religione e di Spiritualità.
Un augurio alla piccola grande Stephanie, e che il suo coraggio sia d’ispirazione per tante altre Ragazze, per tante altre Donne. Oltre tutto, nonostante tutto, il cassetto in cui è custodito il proprio sogno dev’essere aperto. Se e quando questo accade, Dio sorride. Sorride, sì…
Deborah Biasco