Il Qatar isolato. Preparazione della guerra all’Iran?

Qatar isolato

Di Maurizio Blondet


Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Yemen (a cui si sono poi aggiunti il governo della Libia orientale e le Maldive)  hanno rotto i rapporti con il Qatar.  Un’accelerazione della crisi il cui senso complessivo è chiaro: lanciare gli stati petroliferi sunniti alla guerra contro l’avversario principale rimasto ad Israele, l’Iran sciita.

Il Qatar, con la sua Al Jazeera e i suoi immani fondi di primo esportatore mondiale di greggio, era un ostacolo. E’ il solo staterello dell’area che mantiene rapporti diplomatici con Teheran (ed anche coi Talebani, che hanno lì la loro unica sede diplomatica).  Inoltre il suo emiro Al Thani ha sostenuto e sostiene i Fratelli Musulmani: era la linea di Obama, ora radicalmente cambiata. Si capisce  meglio cosa è andato a fare Trump  al vertice di Ryad: la famosa NATO araba per debellare l’Iran. Una mossa a sorpresa, probabilmente anche per Teheran, la quale sperava in una normalizzazione dei rapporti con l’Occidente e nella fine delle sanzioni (aveva già ordinato un centinaio di Airbus e un’ottantina di Boeing: non si farà).

“Si dice che forti  legami si sono formati tra Jared Kushner, il genero e consigliere di Trump, e il principe Mohamed bin Salman in Arabia  Saudita “, ha scritto  il Washington Post: il principe Salman “l’impulsivo”, non poteva trovare anima gemella migliore dell’impulsivo   giovane ebreo. Sono loro al comando.

D’altra parte, “gli uomini-chiave nell’amministrazione Trump, come il segretario alla Difesa James Mattis e il direttore della CIA Mike Pompeo, sull’Iran, hanno idee indistinguibili da quelle di Riyadh”.




Il Qatar riceve metà del cibo che consuma dall’Arabia Saudita attraverso la sua unica frontiera di  terra: 600-800 camion al giorno che non passano più. Quindi, non può resistere  molto. A  meno che l’Iran non subentri a rifornirlo (cosa non so quanto probabile, data la prudenza della Guida), fra poche ore vedremo un cambio di regime e un putsch con la scomparsa dell’emiro attuale, sostituito da un fantoccio saudita.

La Casa saudita accusa il Qatar di sostenere i terroristi; che è come se Al Capone avesse accusato Meyer Lansky (il capo della mafia ebraica) di gestire il crimine organizzato. Notoriamente, i sauditi e il Qatar sostengono, finanziano ed armano il terrorismo islamista in Siria, Irak, Libia ed altrove. Ma beninteso,  adesso per “terrorismo  islamico” si dovrà intendere  esclusivamente  le formazioni che l’Iran sostiene, da Hezbollah ad siriani di Assad agli Houti nello Yemen, insomma i patrioti che si difendono dai terroristi e mercenari wahabiti al  captagon (a   proposito: la droga che rende ferocissimi i takfiri è fabbricata “in un laboratorio della NATO n Bulgaria, ha rivelato il Courrier International) .

L’accusa che l’Iran diffonde il terrorismo islamico  nel mondo ha la stessa credibilità dell’accusa, levata a suo tempo da Usa e Israel, che Saddam Hussein era amico e  complice  di Osama bin Laden e di Al Qaeda. E tuttavia, il fatto che l’accusa non fosse credibile non ha trattenuto i neocon al potere allora di lanciare gli Usa ad invadere e destabilizzare l’Irak,  nella “lunga guerra al terrorismo globale”, che ha dissanguato e frammentato il paese un tempo prospero. E’ probabile che ora la cosa si ripeta contro l’Iran?

Cosa certa è che una  organizzazione della lobby ebraica a Washington, la  “Foundation for the Defense of Democracy” (sic), ha condotto  da mesi la campagna di veleni contro il Qatar,   coordinando  le lobby saudite e degli Emirati Arabi Uniti (UAE) nella stessa operazione. Oltre la lobby ebraica, non bisogna mai dimenticare che la lobby saudita è quasi altrettanto potente presso i senatori, perché sgancia le più ragguardevoli donazioni.

Mark Dubowitz, il direttore della sopra citata fondazione ebraica, in una lettera (che è stata intercettata)  elenca all’ambasciatore della UAE una lista di “aziende non US che   vogliono investire in Iran: è una lista-bersaglio,  per mettere queste compagnie di fronte a una scelta”. Fra queste, ci sono la Airbus e la russa Lukoil.

In pratica i wahabiti e i  sionisti operano come un cuore solo per indurre la Superpotenza a  fare, o almeno a sostenere,  una guerra all’Iran combattuta con terroristi islamisti. Del resto Usa e  Sauditi hanno premuto insieme, al vertice di Riyad,  per  la  stesura di un documento che dichiarasse l’Iran  “sostenitore di terroristi”, e il Qatar si è rifiutato di firmarlo, decretando da quel momento la sua rovina.

Fatto singolare, questo è avvenuto durante una strane e inspiegabile  cerimonia, dove il re saudita ha fatto giurare Trump e l’egiziano Al Sisi su una sfera   luminosa, subito interpretata come una “death star”.   Ancor più singolare,  nel celebre comic della famiglia Simpson,  questa scena  appare appesa alla parete della casa di Trump….Il solito strano caso di preveggenza.




La Turchia  ha un trattato di  vera e propria alleanza col Qatar, secondo cui Ankara ha promesso il suo sostegno se l’emirato di Al JAzeera viene aggredito; seicento soldati turchi vi sono stanziati, i una base militare turca –  anzi si sono sempre coordinati nel sostegno ad Al Qaeda in Siria. Il punto è che Ankara è stata del tutto silenziosa in questo ultimo sviluppo, Erdogan è della partita.

Anche le forze armate americane sono massicciamente presenti:  la  base aerea di Al Udeid è la più grossa base Usa nel Medio Oriente, ed è anche il quartier generale avanzato dello US Central Command, i cui circa diecimila uomini dicono di combattere l’ISIS –  anche se massacrano soprattutto civili siriani e iracheni, ovviamente per sbaglio. La Quinta Flotta staziona nelle vicinanze, in BAhrein – dove la persecuzione della minoranza sciita   è ogni giorno più feroce; droni sorvolano la portaerei G.W. Bush, rendendo  nervosi gli ammiragli.  L’offensiva all’Iran potrebbe esplodere  da un momento  all’altro anche per un incidente fra  la squadra navale americana e i barchini degli iraniani in questo stretto braccio di mare..

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