Riempiono di dolore le immagini di queste ore che arrivano da San Pietroburgo in seguito all’attentato terroristico di presunta matrice islamica.
La diretta conseguenza nella sfera della politica interna russa sarà un irrigidimento delle libertà personali con scontato attacco frontale alle opposizioni che in questi giorni hanno manifestato chiedendo in diverse piazze del paese trasparenza e pene severe contro il cancro della corruzione.
Sul piano internazionale probabilmente lo zar Putin impegnerà maggiori forze in Siria, per non dimostrarsi debole agli attenti occhi di nemici ed alleati.
A perderci, come sempre, l’Europa. Schiacciata da una parte dalla paura del terrorismo che ha alimentato i movimenti populisti in questi anni e, dall’altra, dall’ammirazione di questi stessi movimenti verso le prove di forza del nuovo impero russo che con buone possibilità avrà un guadagno strumentale d’immagine dagli attacchi subiti.
Un circolo vizioso che indebolirà di nuovo le forze democratiche in tutto il mondo in nome di una maggiore sicurezza e nel desiderio dell’uso della forza senza se e senza ma: due pietre miliari della propaganda russa, in patria così come fuori dai propri confini.
A ben vedere la Russia di Putin e lo Stato Islamico di Abu Bakr al-Baghdadi sono due nemici agguerriti con uno spaventoso e realistico obiettivo comune: il tramonto dell’Occidente e il superamento delle conquiste democratiche.
Dove sei Europa?