Il Nu Kombat Folk dei Pupi di Surfaro. Le parole sono bombe

A poche settimane dal Premio assoluto come band of the year, i Pupi di Surfaro inaugurano il tour invernale a Leonforte, il prossimo 15 dicembre, dove presenteranno il nuovo album Nemo profeta

nu kombat folk
pupidisurfaro.com

La Sicilia, si sa, è una grande madre di tanti bei figli. Alcuni partono, altri restano. Altri ancora sono eroi, poeti, artisti a tutto tondo. Perché la grande madre li nutre amorevolmente di cultura ed è proprio a questa che li restituisce poi. Sarà per questo che il variopinto panorama musicale siciliano è ricco e popolato. E tra musicanti, cantastorie, poeti e cantautori ci sono loro, i Pupi di Surfaro, che in questo tripudio di note arricchiscono la cultura musicale sicula con la loro specificità.

Reduci da prestigiosi traguardi ottenuti dal nuovo singolo Li me’ paroli, come il Premio assoluto band of the year e il Premio della critica al Tour Music Fest, o ancora come il Premio Andrea Parodi ottenuto a Cagliari lo scorso ottobre, la band si appresta a inaugurare il tour invernale per promuovere il nuovo album, Nemo profeta. La prima tappa sarà il prossimo 15 dicembre a Leonforte, nel cuore della Sicilia, al Cineteatro Evolution.

I Pupi di Surfaro nascono dieci anni fa, spontaneamente così come nascono tante altre band, per la pura voglia di divertire e divertirsi. Anche loro nascono come gruppo folk. Perché la Grande madre Sicilia educa i propri figli ad essere identitari, a portare in giro quel prezioso bagaglio di tradizioni. Ma i Pupi di Surfaro non si accontentano. Non sono mai uguali a sé stessi. Ascoltare Cantu d’Amuri e Li me’ paroli aiuta a comprendere il significato profondo di un cambiamento così radicale. A spiegarcelo è Salvatore Nocera, frontman dei Pupi di Surfaro, uomo di teatro, artista versatile e poliedrico.

Dall’ascolto del vostro ultimo singolo, sembra quasi il cambiamento fosse avvertito come un’esigenza. Da cosa nasce?

Dall’esigenza di cambiare per modernizzarci e di arricchirci di suoni più contemporanei. C’è stata una prima fase di ricerca, fatta nell’ambito della musica folk siciliana. A questa è seguita una seconda fase di ricerca, volta a individuare il nostro personale linguaggio. Il folk, di per sé, si apre e si presta molto alle contaminazioni e questo aiuta nella ricerca di una propria identità. Le nostre direzioni principali restano Rosa Balistreri, i canti dei carrettieri, Ignazio Buttitta; ma non sono mancate influenze dettate dallo studio della scena musicale inglese e tedesca. Così come quella americana.

Ad anticipare l’uscita dell’album Nemo Profeta, l’E.P. Nu Kombat Folk. Come spiegare queste parole?

Nu Kombat Folk nasce da riferimenti storico-culturali ben precisi. Innanzitutto il riferimento è a Woody Guthrie, il padre del folk impegnato americano. Colui che ha influenzato Bob Dylan e Bruce Springsteen. Il nome, Nu Kombat Folk, vuole rendere omaggio al disco dei ClashKombat Rock -, già ripreso a suo tempo dai Modena City Ramblers con Kombat Folk, genere prettamente italiano. Noi abbiamo aggiunto quel Nu, che riporta a una dimensione tutta nostra, fatta di riscatto sociale e politico, che è poi quel punto in comune tra folk ed elettronica.

Del resto, sul sito del gruppo si legge: “L’artista ha il dovere di scuotere le coscienze, rompere le sovrastrutture, far tremare le ideologie e le certezze.” (ndr).

Quindi Nu Kombat Folk è un genere, più che un’etichetta

Sì. Del Folk resta il livello sociale. Il nuovo sound è tutto incentrato sulla ritmica, è più profondo. Capace di arrivare allo stomaco di chi ascolta.

Quanto c’è di Ignazio Buttitta nel nuovo album?

Di Buttitta, Balistreri e Bernardino Giuliano c’è molto. I dialetti siciliani sono tanti, per cui Buttitta resta il mio riferimento fondamentale per l’uso del dialetto. Nel brano Li me’ paroli c’è proprio una citazione esplicita, nella parte iniziale.

Come ha preso il vostro pubblico, questo cambiamento?

Il test con il pubblico è stato rischioso. Dopo anni di ricerca, sentivamo di aver trovato la strada giusta, pur rinunciando a quella teatralità che i precedenti suoni ci consentivano di avere. Il timore forte era che il pubblico non apprezzasse, ma per fortuna non ci è ancora capitato! E visti i prestigiosi riconoscimenti ottenuti, credo che meglio di così non potesse andare!

Frontman dei Pupi di Surfaro, uomo di teatro…prevale più la musica o il teatro?

Attualmente ho dei progetti teatrali che sto portando in giro. Direi che concilio bene perché c’è sempre una interscambiabilità tra teatro e musica. Quando scrivo, penso alla canzone come fosse un corto teatrale, mentre i miei spettacoli in teatro hanno molto ritmo. Non c’è un momento in cui smetto di essere uomo di teatro o musicista.

Dopo la tappa leonfortese, i Pupi di Surfaro saranno in tour fino al prossimo ottobre e toccheranno, oltre alle principali città siciliane, anche Udine, Cagliari e la provincia di Salerno (qui le date precise: http://pupidisurfaro.com/)

Alessandra Maria

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