Il punto di vista di un obiettivo
Questo articolo parlerà di un possibile punto di vista da cui guardare gli sviluppi della pittura occidentale a cavallo tra Ottocento e Novecento: l’invenzione della fotografia. Si potrà così concentrare l’attenzione su di un particolare aspetto che permetta di avvicinarsi ad opere, come quelle contemporanee, sempre più lontane dalle norme che hanno regolato l’attività figurativa nei secoli precedenti.
Dalla prospettiva della stampa per il mondo islamico
La prospettiva di tale visione prenderà forma seguendo l’inserimento problematico che ebbe in una cultura altra rispetto quella d’origine un diverso progresso tecnico: la stampa. Di diversi secoli precedente all’invenzione della fotografia, solo nel diciannovesimo secolo, parallelamente alla nascita ed espansione di quest’ultima nel mondo occidentale, l’utilizzo della prima entrò nel mondo arabo; mentre successivo ancora ne fu l’utilizzo per la riproduzione meccanica del Corano. La renitenza verso la stampa può essere inscritta nel ruolo socioculturale dell’arte calligrafica nel mondo musulmano: unico abbellimento possibile alla parola rivelata da Allah e allo stesso tempo, nell’atto di copiatura, assimilazione della verità presente nel Corano.
Dalla storia dell’arte calligrafica alla storia della calligrafia in arte
Come riporta Cristina Rovere nel suo contributo alla pubblicazione “Arte-mondo”, a cui devo la contestualizzazione appena riportata e i rapporti stampa-calligrafia subito seguenti, ciò partecipò al processo di desacralizzazione e conseguente perdita delle rigide regolamentazioni nell’utilizzo e pratica scrittoria che l’arte calligrafica subì tra ‘800 e ‘900. E proprio a seguito di questo alla metà del ventesimo secolo, con un movimento come l’Hurufiyya, della storia dell’arte della calligrafia diveniva possibile la confluenza nella storia della calligrafia in arte: lettere e parole iniziarono ad essere utilizzata all’interno di opere visuali da autori di cultura islamica, secondo scelte individuali e creative non più vincolate alla riproduzione della verità religiosa.
Fotografia e stampa: il punto di vista dell’uomo
Partendo da quanto appena delineato, si può vedere cosa accade avvicinando le dinamiche relative all’introduzione della stampa nel mondo arabo alla prima espansione della fotografia nel mondo occidentale. L’esperienza della fotografia portò l’innovazione più importante della figurazione contemporanea: seguendo le parole di Rosalind Krauss, gli artisti si accorsero che la natura poteva riprodursi da sola. Un po’ quello che i caratteri a stampa avevano introdotto nella cultura musulmana: anche la scrittura aveva mostrato all’uomo la capacità di riprodursi autonomamente dalla sua azione diretta.
Fotografia e calligrafia: la riscossa della soggettività
E se per gli artisti, arabi e non, ciò avrebbe aperto a tutto un mondo di possibilità soggettive, in grado di modulare e mettere in gioco creativamente il significato in senso stretto, come il portato culturale delle proprie parole, la fotografia mise in discussione le capacità rappresentative, di illusione naturalistica, che la pittura aveva fino a quel momento detenuto nella società occidentale. Ormai fuori dalle proprie esclusive possibilità la riproduzione di un soggetto, per la prima volta con gli Impressionisti la bilancia tra rappresentazione e tecnica artistica inizia a oscillare verso le componenti del fare pittorico; non più, o meglio non solo, il dipingere veicolato alla rappresentazione di qualcosa, ma la concentrazione su cosa significa trasmettere in pittura ciò che l’artista ha visto, sentito.
La ricerca sui materiali della pittura
Significa prima di tutto spandere dei colori sulla tela, dei colori che sempre più risultano opachi alla presentazione illusoria di una scena, come se si svolgesse fuori da una finestra aperta nel riquadro cornice; ma sempre maggiormente presenti nella loro sostanza e disponibili ad essere caricati di tutta una nuova serie di valori e attenzioni. Da quel momento in poi, dalla gestualità fino alla matericità dell’atto pittorico, le ricerche artistiche si espanderanno fino ai giorni nostri approfondendo tutta una serie di possibili risvolti.
Giacomo Tiscione