Puigdemont rischia di perdere l’immunità di europarlamentare

Puigdemont

Una commissione del PE vota a maggioranza per togliere l’immunità a Carles Puigdemont e ad altri due leader indipendentisti catalani

La Commissione Affari Giuridici del Parlamento Europeo ha votato ieri la relazione sull’immunità di tre indipendentisti catalani, tra cui Carles Puigdemont, ora europarlamentari. La relazione raccomanda di togliere l’immunità ai tre ex membri della Giunta della Catalogna. Ora la questione dovrà passare al plenum dell’Eurocamera, che la voterà il prossimo 8 marzo rendendola definitiva.

Oltre all’ex presidente della Giunta Carles Puigdemont, gli altri due europarlamentari coinvolti sono Toni Comin e Clara Ponsati, entrambi già assessori nella stessa Giunta. Mentre Puigdemont e Comin si trovano in Belgio, Clara Ponsati è ora residente in Scozia dove insegna economia e finanza all’Università di St. Andrews.

Il mandato d’arresto europeo

Il procedimento per gli eurodeputati è partito dalla richiesta d’arresto del Tribunale Supremo di Spagna, che li vorrebbe processare per i reati di sedizione ribellione e peculato. Se il Parlamento dovesse accogliere la raccomandazione della commissione, la richiesta di estradizione sarà esaminata dalle autorità giudiziarie dei Paesi dove i tre risiedono, vale a dire Belgio e Scozia.

Cosa farà il plenum?

Il voto sulla relazione è passato con 15 favorevoli, 8 contrari e 2 astenuti. La maggior parte dei commentatori ritiene che il plenum confermerà quanto deciso in commissione. Bisogna però considerare che 5 membri della commissione sono spagnoli, motivo per cui i contrari nel plenum potrebbero avere una maggioranza più ampia delle aspettative.

I fatti

L’argomento di chi vorrebbe negare l’immunità è che i fatti sono avvenuti nel 2017 quando i tre non erano ancora in carica. Tuttavia, l’immunità serve a proteggere i parlamentari dalle persecuzioni politiche e il fatto in questione sembrerebbe rientrare proprio in questa categoria.

I tre ex membri della Giunta sono ricercati per aver indetto nel 2017 il referendum sull’indipendenza della Catalogna. Dopo la vittoria raggiunta con un margine amplissimo il presidente dichiarò la secessione.  In séguito a ciò, il Governo centrale commissariò la Giunta regionale e alcuni membri fuggirono all’estero: oltre ai tre europarlamentari anche Lluis Puig.

Il precedente di Lluis Puig

Il Tribunale Supremo spagnolo ha condannato già 9 membri della Giunta con pene che vanno dai 9 ai 13 anni di carcere. Anche per Lluis Puig, ex Assessore alla Cultura che non è parlamentare e non gode dell’immunità, è stato emesso un mandato d’arresto europeo. La richiesta d’estradizione per lui è stata rigettata dai giudici belgi con due gradi di giudizio, e la Procura Generale non intende appellare la sentenza.

Secondi le corti belghe l’estradizione non può essere eseguita perché il Tribunale Supremo spagnolo non è competente e Puig in Spagna non avrebbe le garanzie di un equo processo. Il Tribunale Supremo con sede a Madrid infatti non è il giudice naturale per i fatti che vengono contestati. Un principio di diritto abbastanza riconosciuto vuole che nessuno possa essere distolto dal suo giudice naturale.

In sostanza sono le corti catalane competenti e non quelle di Madrid. I giudici ritengono inoltre che in Spagna Puig non avrebbe un processo equo. La sentenza belga lascia pensare che un responso simile sarà riservato a Puigdemont e Comin. Se così fosse, anche senza immunità i due non potrebbero essere estradati. Diverso il caso di Clara Ponsati che risiede in Scozia.

Lorenzo Palaia

 

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