Pubblicità da quarantena: come cambiano i loghi dei più famosi brand

Dopo ormai un mese dall’inizio della quarantena dovuta al Coronavirus, è chiaro che le abitudini degli italiani siano cambiate in modo considerevole. Mobilità ridotta, smartworking, attività fisica in casa e movida sul balcone, sono queste alcune delle nuove pratiche che stanno accompagnando la insolita routine dei cittadini. Chiaramente, di fronte ad una situazione così fuori dall’ordinario, anche le aziende si trovano a dover mutare il loro approccio comunicativo. Alcune aziende hanno adeguato, in base all’emergenza Coronavirus, la propria comunicazione, il proprio logo e le la propria pubblicità.

In altri casi ci sono stati dei brand che hanno preferito ridurre se non rimuovere le proprie pubblicità durante la quarantena, per non disturbare il pubblico o creare un effetto di straniamento.  Vedere una pubblicità di vacanze, di gente che si abbraccia durante la quarantena che effetto può avere? Ecco alcuni esempi di pubblicità trasmesse in questi giorni.

 

– Settore Alimentare

 

 

 

– Settore automobilistico

È certamente uno dei settori più colpiti da questa quarantena e da questa immobilità continuata. D’altra arte, dal punto di vista comunicativo, le sorprese e l’originalità non stanno mancando: molte sono i brand rivisitati. Le campagne adottate dai diversi marchi sono simili nella loro idea di partenza, ma diverse nella loro attuazione finale.




-Settore abbigliamento:

 

 

– La percezione del pubblico

Nel mese di marzo 2020 è stata condotta una ricerca dal titolo “La pubblicità vista dalla quarantena”. Tramite un campione di 800 spettatori under 18 sono state poste domande relative alla pubblicità televisiva, la sua fruizione e percezione durante il periodo di quarantena. Il risultato è molto interessante: la maggior parte di queste persone si dichiara preoccupata per questo periodo (circa l’11% presenta un basso livello di preoccupazione). Come comportarsi di fronte a tale preoccupazione? Le opzioni possono essere due: o la rappresentazione di un mondo “ideale”, ameno, lontano da tutta la preoccupazione e lo stress; oppure rappresentare quella quotidianità al momento privataci, nella speranza che si possa tornare presto a rivivere.

 

 

Jacopo Senni
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