Fanatismo: quando imitare gli idoli non è semplicemente Cosplay
Sempre più spesso nella nostra società si è circondati da modelli che si vogliono imitare. Le persone tendono a voler emulare i loro idoli e a voler essere come un qualcosa che non sono. Si va oltre il semplice fatto di essere fan ed ammirare per esempio un personaggio del mondo dello spettacolo, della moda o dello sport. La strada porta verso il fanatismo, un quadro patologico che può portare a conseguenze disastrose.
Il fanatismo riguarda diverse categorie a partire da quella religiosa (adesione irrazionale ad un credo religioso) a quella politica, fino a quella verso oggetti o persone. In questo caso si parlerà di fanatismo verso gli idoli, quando dall’ammirazione si arriva all’ossessione. Nei casi più gravi infatti, non ci si accontenta di fare lo stesso taglio di capelli di quel calciatore, indossare quel vestito di quella attrice. Si passa a modificare il proprio corpo per renderlo il più possibile uguale all’idolo che si vuole imitare. Ci si identifica totalmente con il personaggio. Non è dunque semplicemente fare Cosplay.
Un esempio eclatante è Valeria Lukyanova, la donna che ha voluto somigliare ad una Barbie. Questo ha implicato numerosi interventi per avere una vita strettissima (appena 50 cm!) e gambe molto fini, un corpo ai confini dell’anoressia. Per i ragazzi uno dei modelli è invece diventato Ken, il fidanzato di Barbie. Rodrigo Alvez è ricorso a ben 58 interventi pur di essere uguale a lui. Questi non sono casi isolati, c’è anche chi vuole assomigliare a degli animali perché ritiene di identificarsi meglio con quel tipo di personalità.
Le cause di ciò sono da ritrovarsi all’interno del proprio io…
Il soggetto non si piace, ha poca autostima di sé stesso, non accetta il proprio corpo ed inizia un percorso per cercare di raggiungere il suo ideale. Molto spesso si ricorre alla chirurgia plastica per apportare modifiche al proprio corpo, si attuano interventi per essere più magri, più grassi, in base al modello che si vuole imitare.
Alla base di queste trasformazioni, spesso dannose per il proprio corpo, sebbene possano sembrare benefiche per l’animo di coloro che si identificano con un idolo o qualcun altro, vi è la non accettazione del corpo ma anche un passato di traumi. Denigrazioni da parte di coetanei, mancanza di integrazione che portano a rifugiarsi dietro delle maschere per continuare a vivere.
“L’annullare totalmente se stessi, vivere in funzione del modello di riferimento, non magiare, vivere di aria, sono già di per sé forme piuttosto importanti a livello clinico di attacco al corpo e di auto-aggressività. Se poi ci aggiungiamo problemi legati alla personalità e mancanza di confini psichici il quadro clinico è più completo.” (Mauro Manca)
Rosiello Silvia