Confermata l’esistenza di due pseudo-satelliti della Terra

punti di Lagrange Terra-Luna

Innanzitutto che intendiamo per pseudo-satellite? In questo caso una nuvola di polvere posizionata in un punto di equilibrio a circa 400000 chilometri dalla Terra. Quasi 50 anni fa, nel 1961 l’astronomo polacco Kazimierz Kordylewski riportò per primo l’osservazione di due tenui nuvole di polvere nel punto di Lagrange L5. I punti di Lagrange sono dei punti in un sistema di due o più corpi in cui le forze gravitazionali mantengono gli oggetti che vi si dovessero trovare stabili. Il sistema Terra-Luna ne ha cinque, i punti L4 e L5 formano un triangolo equilatero con la Terra e la Luna e si spostano attorno alla Terra mentre la Luna fa lo stesso mantenendo la stessa distanza dai due corpi.
In realtà L4 e L5 non sono perfettamente stabili, risentono di perturbazioni provocate dal gigante del nostro sistema solare, il Sole, dunque si ritiene che la povere interplanetaria potrebbe raccogliersi in quei punti ma probabilmente non rimanerci per sempre.



Kordylewski affermò di aver osservato due nuvole di polvere nel punto L5, in seguito sono stati segnalati altri avvistamenti delle due tenui nubi ma mai nessuno è stato considerato una prova definitiva.
Ora la Royal Astronomical Societynotizia della ricerca di un team di astronomi ungheresi pubblicata sul numero di Monthly Notices of the Royal Astronomical Society datato gennaio 2019 ma online dallo scorso 2 ottobre. Il team guidato da Gábor Horváth della Eötvös Loránd University. La prima fase del lavoro è stata costruire un modello teorico per capire come queste nubi di polvere potevano essersi formate e quale fosse il modo migliore per scovarle, solo dopo si è passati all’osservazione compiuta presso l’osservatorio privato Judit Slíz-Balogh. La strumentazione scelta consisteva in un filtro polarizzato linearmente applicato sulla lente di una fotocamera con sensore CCD. Le osservazioni di luce polarizzata riflessa da una nube nel punto L5 sono state concordanti con quelle di un lavoro precedente dello stesso gruppo e anche con quelle delle osservazioni di mezzo secolo fa effettuate da Kordylewski.
Sapere di questi pseudo-satelliti della Terra, per quanto si tratti di nubi molto tenui è già un’emozione per gli astronomi, ovvio che sia interessante conoscere benissimo perlomeno i dintorni di casa nostra, ma la questione ha anche dei risvolti praticissimi  per astronautica ed esplorazione spaziale: i punti di Lagrange sono ideali per farci stazionare oggetti che vanno dalle sonde orbitanti a stazioni di partenza per missioni, anche umane, dirette all’esplorazione del sistema solare.
Già ne abbiamo sfruttati alcuni, ad esempio la sonda SOHO (Solar and Heliospheric Observatory) è stata mandata in uno dei punti di Lagrange del sistema Sole-Terra e da lì ha osservato il nostro astro mandando dati che hanno permesso di capirlo come mai in precedenza. Ora per quanto tenui siano questi nubi bisognerà capire se possono costituire un pericolo o perlomeno un problema per eventuali future missioni che volessero sfruttare il punto L5.

Roberto Todini

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