Via libera definitivo della Camera alle norme volte alla protezione dei minori stranieri non accompagnati, che dunque non potranno essere respinti all’arrivo nel nostro paese, ma avranno gli stessi diritti dei loro coetanei Ue.
Un segno positivo da parte delle istituzioni per la prevenzione della loro scomparsa con conseguente rischio di caduta come vittime della tratta, uno dei temi cardine dell’attività Telefono Azzurro, unica associazione italiana che gestisce la linea 116.000 in convenzione con il Ministero dell’Interno, il numero unico europeo per i bambini scomparsi, attivo 24 ore su 24.
In Europa ogni 2 minuti un bambino scompare, ma il dato più significativo riguarda il sommerso, soprattutto relativamente ai piccoli migranti.
“Un plauso all’approvazione di una legge che ha raccolto tanti consensi trasversali a tutte le forze politiche in gioco – ha dichiarato Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria Infantile –. La sfida ora è rappresentata dall’individuazione di strategie in grado di dar seguito ad azioni concrete e risposte, per le quali viene richiesta un’adeguata allocazione di risorse, oltre a un responsabile impegno comune. Vi è senza dubbio la necessità di sviluppare un progetto a lungo termine in grado di andare aldilà del sistema di prima accoglienza. E’ necessario occuparsi della tutela psicologica, educativa, legale e giuridica dei minori migranti, per un percorso di inserimento nel tessuto sociale e formativo italiano”
La protezione degli bambini migranti, infatti, risulta prioritaria in quanto si tratta di bambini e adolescenti due volte più suscettibili alla probabilità di essere esposti a difficoltà e problemi in termini di benessere psico-fisico ed adattamento.
In questo senso, come nel campo del sostegno alle vittime nei casi di scomparsa, Telefono Azzurro rinnova la disponibilità nella collaborazione con i network internazionale Missing Children Europe, la Federazione Europea per i bambini scomparsi e sfruttati sessualmente, di cui fanno parte trenta organizzazioni non governative attive in 24 Stati membri dell’Unione europea.
Queste le richieste del network internazionale mosse all’Unione Europea a tutela dei diritti dei migranti non accompagnati. Nove punti emersi nel corso dell’ultimo convegno realizzato recentemente a Malta
- Un piano d’azione concreto, che preveda le azioni da svolgere e i relativi tempi specifici necessari, ma soprattutto una maggiore allocazione delle risorse. E’ necessario lo sviluppo di processi chiari di cooperazione, per il costante monitoraggio e valutazione delle necessità su misure da adottare a sostegno dei diritti del minore.
- L’espansione di canali per bambini e loro famiglie per una migrazione in sicurezza, volta all’ottenimento di visti umanitari, all’aumento di posti per l’inserimento e alla facilitazione dell’accesso ai regimi di ricongiungimento familiare, ma anche il miglioramento della mobilità dei lavoratori di tutti i livelli di abilità.
- La non detenzione di bambini e famiglie e il finanziamento di azioni specifiche per lo sviluppo di modalità alternative a garanzia dei diritti del bambino, cui viene fornito un sostanziale diritto di appello.
- Procedure formalizzate, individuali e solide di valutazione dovrebbero precedere tutte le decisioni relative a casi di bambini non accompagnati e accompagnati. Stabilire azioni e finanziamenti per lo sviluppo di tali procedure in cooperazione con esperti del tema
- Protocolli e metodi per olistici, multidisciplinari, procedure di valutazione non invasive per determinare l’età del bambino e, solo come ultima risorsa e con le dovute garanzie, il ricorso alla presunzione.
- Incoraggiare prestazioni di servizi a tutti i bambini migranti, senza discriminazioni, attraverso programmi generali e mirati
- Incoraggiare l’adozione di procedure di determinazione dello status chiare, oltre alla facilitazione di meccanismi per l’accesso allo status di residente stabile.
- Impegnarsi ad assicurare che l’archiviazione dati dei bambini nei database comunitari siano utilizzati solo con lo scopo di proteggerli, utilizzando appropriate regole sulla raccolta di questi dati, l’accesso e l’utilizzo.
- Una maggiore cooperazione tra stati limitrofi, per il miglioramento delle procedure previste dalla Convenzione di Dublino, riguardo il trasferimento, le sparizioni e il ricongiungimento familiare. I network esistenti per la protezione dei bambinidovrebbero essere rafforzati, al fine di garantire continuità della protezione, assistenza e sostegno.