Se vi siete mai posti il dilemma di come riuscire a portare avanti la transizione energetica e, allo stesso tempo, preservare il territorio, il caso del progetto di un campo eolico a Pitigliano (nella Maremma toscana) è un perfetto esempio di quanto sia complesso, e necessario, conciliare le due cose.
Il campo eolico a Pitigliano: il progetto di Sorgenia
La società energetica Sorgenia, nota per promuovere la produzione di energia pulita in Italia, ha proposto l’impianto di un campo eolico a Pitigliano, in provincia di Grosseto che prevede l’installazione di
“6 aerogeneratori per una potenza totale in immissione nella rete elettrica pari a 62,2 MW. A questo si aggiungono le opere e le infrastrutture necessarie per garantire il funzionamento e la gestione dell’impianto, come le strade di accesso e il sistema di accumulo”.
La distanza tra le turbine sarà di almeno 600 metri per garantire adeguati corridoi ambientali e la loro velocità di rotazione sarà sufficientemente bassa per ridurre al minimo l’impatto sugli uccelli, oltre a ridurre anche l’impatto visivo.
Secondo Sorgenia, impiantare un campo eolico a Pitigliano è ottimale per molteplici aspetti:
- L’ottima ventosità dell’area dovrebbe consentire di produrre in un anno tanta energia quanta ne consumano mediamente 37.000 famiglie, evitando così l’immissione in atmosfera di oltre 38.000 tonnellate di CO2.
- L’impatto visivo del parco eolico a Pitigliano sarebbe più basso rispetto a un medesimo campo impiantato in un altro luogo e, inoltre, non sarà visibile dal centro storico del paese.
- L’impianto non coinvolge aree protette o soggette a vincoli ambientali e paesaggistici.
- Non sottrarrà spazio all’agricoltura poiché il consumo effettivo di suolo sarà inferiore a un ettaro. E, inoltre, l’impianto non produrrà emissioni di gas climalteranti o dannosi per l’atmosfera e, nemmeno, contaminerà il suolo e le falde acquifere.
- La realizzazione del campo eolico a Pitigliano non graverà in alcun modo sulla spesa pubblica poiché i costi sono interamente a carico di Sorgenia.
- La società, inoltre, si impegna a garantire agevolazioni in bolletta alle comunità coinvolte.
Insomma, tanti buoni motivi per far pendere l’ago della bilancia a favore della messa a terra del campo eolico a Pitigliano.
Tuttavia, le 500 osservazioni contro il progetto da parte della comunità di Pitigliano suggeriscono ben altro.
Le proteste della comunità
Il progetto, presentato il 24 gennaio, ha sollevato una gran quantità di proteste. La comunità del paese, infatti, è fermamente contraria alla realizzazione del campo eolico a Pitigliano soprattutto per questioni di impatto visivo e per le modalità con cui le varie società di produzione energetica stanno guardando al territorio toscano.
“Sorgenia aveva fretta di “precettare” il territorio per contrastare eventuali competitor e ha preferito saltare i passaggi di confronto con la comunità. Abbiamo chiesto esplicitamente di presentare il progetto definitivo alla giunta e alla cittadinanza in un’assemblea pubblica, prima di presentarlo al ministero. Non è sato fatto.”
Giovanni Gentili, sindaco di Pitigliano.
Pitigliano è un paese di tufo circondato da campagne dove l’equilibrio tra uomo e natura è ancora abbastanza stabile. Gli ampi altipiani sono coltivati a uva, ulivi e cereali. Il territorio è ricco di fiumi e corsi d’acqua e nell’area sono presenti alcuni edifici di interesse storico. Vicino all’area dove dovrebbe sorgere il campo eolico a Pitigliano sono presenti 4 aree protette di cui una, la Selva del Lamone, è un’importante area internazionale per l’avifauna (gli uccelli).
“Appare evidente che la realizzazione del parco eolico comporterebbe l’interruzione dei corridoi e delle reti ecologiche tra le 4 aree protette. Il progetto investe una superficie vastissima di 290 ettari, interamente in zona agricola, caratterizzata da contesti antropizzati organizzati da una ben definita trama agraria con presenza di vigneti, oliveti, seminativo semplice, prato da foraggio, imprese agricole per produzioni biologiche DOP, IPG, ecc.
A questo si aggiungono aggregati e nuclei rurali di particolare interesse storico, parte integrante della struttura rurale del paesaggio, che costituiscono, quali invarianti strutturali, il patrimonio che testimonia le condizioni della vita contadina del passato e contribuisce a rappresentare gli elementi caratterizzanti della storia sociale ed economica di Pitigliano, percorsi storici e visuali panoramiche di ampio valore estetico paesaggistico”
L’impianto di moderne turbine eoliche con le annesse infrastrutture, dunque, modificherebbe profondamente il territorio deturpando, di fatto, il territorio.
Due big a confronto
Pre far capire quanto la costruzione del campo eolico a Pitigliano sia combattuta, sulla questione si sono espressi anche Coldiretti e Legambiente: la prima a sostegno della comunità, la seconda a sostegno dell’impianto.
Secondo Coldiretti è in atto un vero e proprio assedio alle campagne maremmane da parte delle società energetiche e questo assalto è dovuto a due fattori principali:
- La corsa all’indipendenza energetica a seguito del conflitto in Ucraina.
- Gli obiettivi europei riguardo alla decarbonizzazione.
Ciò ha dato origine a quella che Coldiretti chiama “lo scempio delle rinnovabili mangia suolo”.
“L’assenza di regole di governo del territorio ha finito per partorire una sorta di abusivismo energetico che rischia di modificare profondamente il nostro paesaggio, la nostra capacità di produrre cibo e le nostre ambizioni turistiche. La maremma è un esempio lampante di questo caos e della mancanza di una regolamentazione delle aree dove poter o non poter realizzare questi impianti.”
Dall’altro lato, invece, si schiera Legambiente che vede la transizione energetica come una necessità:
“L’unico vero pericolo che abbiamo davanti è la crisi climatica. Il tempo delle fossili è finito e l’unico modo per divenire energeticamente indipendenti è puntare senza indugi su vento e sole. Non comprendere questa fase storica costerebbe carissimo”.
Angelo Gentili, presidente di Legambiente
Secondo Legambiente, inoltre, l’opposizione della popolazione alla costruzione del campo eolico a Pitigliano è dovuta a questioni ideologiche e a una scarsa consapevolezza riguardo alle rinnovabili.
Insomma, trovare l’equilibrio tra tutela del territorio e transizione energetica è certamente complicato. Sembra di poter dire che bisognerebbe trovare il giusto compromesso: spingere sulla produzione di energia rinnovabile ponendo però regole più chiare per la costruzione degli impianti.