Sale a ottomila il numero di persone arrestate in seguito alle proteste contro le operazioni militari in Ucraina. Dal Cremlino una proposta di legge per soffocare il movimento supportato da Navalny.
E’ dagli inizi di febbraio che le istituzioni governative della Federazione Russa hanno riferito la comparsa sui social media di molte notizie, da loro reputate false, in riferimento all’operazione militare in Ucraina. Le proteste in Russia presenti in tutte le grandi città, da san Pietroburgo a Mosca, non sembrano però interrompersi e con loro il flusso di informazioni che aggira la propaganda del governo.
Le proteste in Russia continuano: in aumento il numero di arresti
Ad oggi, secondo il monitoraggio indipendente di OVD-Info il numero di arresti si aggira intorno alle ottomila persone e tra queste non sono stati risparmiati anziani e bambini. Il video che riporta l’arresto di Yelena Osipova, una figura piuttosto nota per esser sopravvissuta all’assedio nazista di Leningrado, è ormai presente su tutte le piattaforme social e riporta la lampante ingiustizia e mancanza di libertà d’espressione, a cui una cospicua fetta della popolazione russa è soggetta.
Ma il Cremlino sembra intenzionato a dare un’ulteriore stretta alle proteste in corso, in particolare alla fruizione di informazioni provenienti oltre il confine di stato. Di fatto le ultime notizie riportate da fonti russe confermano l’approvazione del disegno di legge che vieterà la diffusione di notizie false e che, molto probabilmente, entrerà in vigore da domani.
Vorrei che tutti capissero che lo stiamo facendo per proteggere i nostri soldati e ufficiali, anche se l’operazione militare non fosse stata avviata, la guerra sarebbe iniziata ugualmente. – Vyacheslav Volodin, presidente della Duma di Stato
Le sanzioni del governo contro le proteste in Russia
Tra le proposte in via di approvazione, eccone alcune tra le più eclatanti e sconvolgenti.
- Al fine di proteggere gli interessi della Federazione Russa e dei suoi cittadini, la divulgazione pubblica di informazioni consapevolmente false, in riferimento alle forze armate Russe, verrà sanzionato con una multa da 700mila a 1,5 milioni di rubli, o con la pena di reclusione fino a tre anni.
- Per informazioni deliberatamente false, che hanno comportato “gravi conseguenze” sarà aggravata la pena, che prevederà dai 10 ai 15 anni di reclusione.
- Per richieste di sanzioni contro la Russia si rischierà una multa fino a 500mila rubli, o fino a tre anni di reclusione.
- Esortare pubblicamente alla pace attraverso l’utilizzo dei social network, con post in cui si scrive “No alla guerra!”, costerà ai cittadini russi una multa che varia tra i 30mila ai 50mila rubli.
Il Cremlino ha inoltre invitato la commissione per la cultura a non ignorare il fatto che molti artisti russi si stanno esprimendo pubblicamente contro l’operazione militare in atto in Ucraina. E’ stato anche fatto un appello ai cittadini e a tutti coloro che lavorano nelle istituzioni pubbliche di abbandonare le loro posizioni lavorative se si ritengono contro le scelte intraprese dal governo.
Navalny organizza e sollecita il movimento anti-guerra
Aleksei Navalny torna a parlare dal carcere dov’è stato rinchiuso in Russia, per lanciare un messaggio al Cremlino e a chi protesta in queste ore contro la guerra in Ucraina. Il dissidente e blogger russo – avvelenato, perseguitato e infine incarcerato da Putin – chiede a tutti di manifestare ogni giorno alla stessa ora per la pace.
Se dobbiamo riempire le prigioni e le auto della polizia per fermare la guerra lo faremo. Tutto ha un prezzo, e ora, nella primavera del 2022, dobbiamo pagare quel prezzo. Combattiamo contro la guerra. – Aleksei Navalny
Fabio Lovati