Proteste in Mozambico: la svolta storica dopo 50 anni?

Proteste in Mozambico

In Mozambico, le violente proteste contro i brogli elettorali stanno causando decine di morti e feriti. Ma, secondo il leader dell’opposizione, il Paese è sull’orlo di un rovesciamento tanto atteso

Le proteste in Mozambico, alle quali il governo sta rispondendo con un violento soffocamento, rappresentano l’esplosione della tensione politica accumulata negli ultimi decenni.

Durante quasi 50 anni di dominazione del Frelimo (Fronte di Liberazione del Mozambico), la popolazione ha più volte denunciato corruzione, gestione inefficace delle risorse naturali e repressione delle voci dissidenti. Senza mai, tuttavia, vedere un cambiamento.
La nascita di nuove forze politiche di opposizione, determinate a spodestare il Frelimo, ha dato speranza al Paese. Ma, lo scorso 9 ottobre, la vittoria alle elezioni è stata nuovamente assegnata al partito dominante.

Numerose le denunce di brogli e irregolarità nel processo di voto, alle quali sono seguiti atti di repressione del governo e delle forze dell’ordine, sfociati anche in omicidi.
Frustrazioni e tensioni sono esplose, portando il Mozambico in una crisi che potrebbe avere diversi risvolti.

Proteste in Mozambico contro le elezioni “meno trasparenti dal ’99”

Dal 1975, in Mozambico, il governo è nelle mani del Frelimo.
Il partito, di matrice socialista, nacque nell’ambito della guerra d’indipendenza del Mozambico. Dopo numerose azioni di guerriglia, l’allora governo portoghese abbandonò il Paese, che attuò un’apparente transizione democratica.
L’allora leader del Frelimo, Samora Machel, si dichiarò unico rappresentante legittimo del popolo, e ottenne il potere senza elezioni. Divenne quindi il primo Presidente della neonata Repubblica, e in seguito ne fu dittatore fino al 1986.

Nel corso degli anni, il Frelimo è stato sempre più percepito come un sistema autoritario e corrotto, oltre che repressivo e chiuso al dialogo con i mozambicani. Eppure, è risultato partito di maggioranza durante tutte le elezioni parlamentari, fino al 2024.
Daniel Chapo, candidato del Frelimo, è stato infatti dichiarato vincitore con oltre il 70,6% dei voti, contro il 20% del leader dell’opposizione, Venâncio Mondlane, con il suo partito Podemos.

Sin dall’annuncio dei risultati, il 9 ottobre, i cittadini sono scesi pacificamente per le strade della capitale Maputo, guidati dallo stesso Mondlane, contestando la vittoria di Chapo e denunciando brogli e irregolarità.
Effettivamente, numerosi osservatori hanno denunciato “alterazioni ingiustificate dei risultati“.
Tra questi, l’ONG anticorruzione Public Integrity Center, che ha parlato persino delle elezioni di ottobre come delle “meno trasparenti dal 1999“.

Decine di morti nelle proteste in Mozambico, Mondlane lascia il Paese

Le proteste post-elettorali si sono presto accese, soprattutto dopo l’omicidio di due figure chiave dell’opposizione: Elvino Dias, avvocato di Mondlane, e Paulo Guambe, portavoce di Podemos.
Secondo l’ONG per i diritti umani Human Rights Watch, le forze dell’ordine hanno risposto alle proteste in Mozambico con un uso eccessivo della forza, portando alla morte di almeno undici persone e diversi feriti.

Pochi giorni dopo, il 7 novembre, il leader di Podemos ha indetto una grande manifestazione a Maputo, nominata: “Giornata di liberazione del Mozambico“.
Sei diversi cortei avrebbero dovuto partecipare, convergendo insieme a Mondlane verso il palazzo presidenziale.
Due giorni prima, il ministro della Difesa, Cristóvão Chum, aveva lanciato un avvertimento.

Se le violenze continuano, le forze armate dovranno intervenire per difendere lo Stato. Questo tentativo di sovvertire l’esito di elezioni democratiche non può essere tollerato

Ma ciò non ha fermato i cittadini dal partecipare alla protesta.




Migliaia di manifestanti hanno incendiato bidoni della spazzatura e pneumatici, e lanciato pietre contro la polizia. Questi hanno risposto con gas lacrimogeni e proiettili di gomma.
Almeno 20 persone sono rimaste uccise, e i cortei sono stati bloccati prima di poter raggiungere il palazzo di Maputo. Inoltre, a seguito degli omicidi dei suoi collaboratori, Mondlane ha deciso di non presenziare alle proteste in Mozambico, lasciando il Paese per ragioni di sicurezza.

I miei sostenitori mi hanno fatto capire che sono più utile da vivo che da morto

Pochi giorni dopo, ha dichiarato di essere sfuggito a un tentativo di omicidio da parte di alcuni sicari mentre era rifugiato a Johannesburg, in Sudafrica.
Nonostante tutto, osservando l’andamento della manifestazione, il leader di Podemos si è detto ottimista.
Dopo aver accusato il Frelimo di “aggrapparsi al potere con la forza e con il terrorismo di stato“, ha parlato di “aria di rivoluzione“.

Siamo a un passo da una svolta politica di portata storica

Nei giorni successivi, sono state uccise altre sette persone da parte delle forze di polizia, che ha ferito centinaia di manifestanti e arrestato migliaia di persone, tra cui due giornalisti di News Central TV. Alcuni manifestanti hanno anche organizzato rappresaglie contro gli agenti, uccidendone almeno uno.
Tra il 13 e il 15 novembre, le proteste si sono spostate verso i capoluoghi di provincia e i valichi di frontiera, portando a un sempre più alto numero di vittime e spingendo il Sudafrica a chiudere la frontiera con il Paese.

Governo e ONG chiedono che si fermino le proteste

A seguito delle ultime proteste, il ministro dell’Interno Pascoal Ronda ha rivolto un appello alla cittadinanza perché si fermino le proteste, giudicandole “atti di terrorismo“.

Non le chiamo più proteste, le chiamo atti di sovversione e terrorismo perché terrorizzano le persone e i bambini. Quella donna che vende banane non può più venderle. Le persone non possono andare al lavoro; questo è terrore

Oltre a ciò, Ronda ha accusato Mondlane e i suoi sostenitori di star cercando di sovvertire l’ordine e destabilizzare il Paese utilizzando “giovani drogati“. E ha avvertito che “il crimine sarà combattuto“.

Nel frattempo, l’accesso a internet è stato limitato in tutto il Paese, in quello che Human Rights Watch ha definito: “un tentativo di sopprimere le proteste pacifiche e le critiche pubbliche al governo“.

Anche Amnesty International è intervenuta con un appello.
Khanyo Farisè, vicedirettore regionale di Amnesty International per l’Africa orientale e australe, chiede che la SADC (Comunità di Sviluppo dell’Africa Meridionale) prenda posizione contro la crescente violenza delle proteste.

La situazione in Mozambico peggiora ogni giorno di più, con l’aumento vertiginoso del bilancio delle vittime, ma la Comunità per lo Sviluppo dell’Africa australe rimane in un silenzio scioccante. Indipendentemente dall’esito delle elezioni, la SADC deve prendere una posizione forte contro l’attacco al diritto di protestare e l’uccisione dei manifestanti.

In risposta, all’inizio di novembre, la SADC ha organizzato un vertice straordinario ad Harare, in Zimbabwe, per discutere delle proteste in Mozambico e di altre questioni riguardanti l’area meridionale dell’Africa.

La SADC è stata dolorosamente lenta nel rispondere alla crisi del Mozambico. Deve ora pronunciarsi con forza contro le continue violazioni dei diritti umani da parte delle forze di sicurezza mozambicane e mettere i diritti umani e la responsabilità al centro del suo prossimo vertice ad Harare, in Zimbabwe.

L’Unione Africana deve anche fare molto di più per ritenere responsabili le autorità del Mozambico, anche chiedendo alla Commissione Africana per i Diritti Umani e dei Popoli di condurre indagini sulle violazioni dei diritti umani in corso in Mozambico.

Nel frattempo, si contano almeno 30 morti nelle proteste in Mozambico.

Giulia Calvani

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