Il Vertice G7 a Torino, che ha come obiettivi le nuove politiche sul clima, ambiente e l’energia, sta rappresentando un momento cruciale per affrontare le sfide climatiche che minacciano il nostro pianeta; allo stesso modo, il vertice G7 a Torino ha accolto dei momenti di scontri verbali e fisici tra le grandi potenze e gli ecoattivisti di Extinction Rebellion, che hanno denunciato politiche repressive ed ecocide. Mentre i ministri dei sette paesi più industrializzati si riuniscono per discutere strategie e azioni, il mondo guarda con speranza e aspettative. Questo vertice non dovrebbe essere solo un’occasione per affrontare le questioni climatiche, ma anche per promuovere una trasformazione globale verso un futuro sostenibile ed equo.
Il vertice G7 a Torino si terrà da oggi, 28 aprile, al 30 e sarà l’occasione per rimembrare tutti gli obiettivi che i grandi della terra si sono prefissati per il 2030 ma a cui non sono minimamente vicini.
Preparativi e aspettative sul vertice G7 a Torino
Il Vertice G7 a Torino sul clima, ambiente ed energia si tiene in un momento cruciale, cioè pochi mesi dopo la storica COP28 di Dubai e poco prima della prossima COP29 di Baku. Le discussioni si concentrano su due punti chiave: la riduzione delle emissioni di CO2 e il sostegno finanziario ai paesi in via di sviluppo. Tuttavia, mentre i leader si preparano a prendere decisioni cruciali, c’è una crescente consapevolezza che gli attuali impegni non siano sufficienti per affrontare la crisi climatica in modo efficace.
A proposito di questo infatti, ieri c’è stata una grande manifestazione organizzata da Extinction Rebellion, movimento ambientalista disobbediente, che ha deciso di bloccare parte delle strade di Torino. Dopo un Blitz in una delle sedi della Banca Intesa San Paolo, gli ambientalisti hanno denunciato l’ipocrisia delle banche mondiali e delle multinazionali, che finanziano da anni l’industria fossile.
Nella stessa regione, ci sono state proteste e tensioni anche in Val di Susa, da anni campo di battaglia per la resistenza alla tratta del Treno ad Alta Velocità. Sono programmate nuove mobilitazioni contro il vertice G7 a Torino, tra manifestazioni, dibattiti e altre iniziative per accrescere la consapevolezza politica di questa battaglia.
Bilanciare le priorità: riduzione delle emissioni e aiuti allo sviluppo
La necessità di ridurre drasticamente le emissioni di CO2 è ormai indiscutibile. Il percorso verso la decarbonizzazione rimane una sfida complessa, con interessi nazionali e economici in conflitto. Mentre i paesi industrializzati portano la responsabilità storica di significative emissioni di CO2, c’è la pressione per adottare NDC – Contributi Determinati a Livello Nazionale – più ambiziosi e politiche più efficaci per raggiungere gli obiettivi climatici concordati.
Italia, Canada, Francia, Usa, Gran Bretagna, Giappone e Germania si occuperanno proprio di questo, come scritto nella loro agenda politica. L’obiettivo è proprio quello di affrontare la crisi climatica in maniera decisiva, per proteggere ambienti e popolazioni più “vulnerabili”. Di tutta risposta però, ci sono gli ecoattivisti, che non sembrano essere imbambolati dalle belle parole di propaganda.
Come hanno anche dichiarato, “il Mediterraneo è una zona interamente rossa” e l’Italia è in serio pericolo. Intanto però, a sostenere e moderare il vertice G7 a Torino, c’è il ministro Gilberto Pichetto Fratin, grande sostenitore dell’energia nucleare.
Tracciare una rotta: obiettivi ambiziosi e implementazione delle politiche
Per tradurre gli obiettivi climatici in azioni concrete, è essenziale definire obiettivi ambiziosi e attuare politiche coerenti. Questo include l’eliminazione graduale della produzione di energia da fonti fossili, l’accelerazione dell’adozione di energie rinnovabili e misure di efficienza energetica, e il fine dei finanziamenti pubblici per i combustibili fossili all’estero. La trasformazione richiesta richiederà però un impegno politico e finanziario senza precedenti.
Per quanto riguarda invece il dibattito sull’energia nucleare, ci sono posizioni divergenti tra i paesi del vertice G7 a Torino. Mentre alcuni sostengono l’energia nucleare come parte della soluzione climatica, altri sono più cauti o addirittura contrari. Il futuro dell’energia nucleare rimane incerto, con implicazioni significative per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio..
Coinvolgimento della società civile: dalle proteste alla difesa delle politiche
Mentre i leader del vertice G7 a Torino si riuniscono per discutere questioni climatiche, gruppi della società civile come Extinction Rebellion continuano a svolgere un ruolo cruciale nel sollevare consapevolezza e promuovere azioni climatiche più audaci. Dalle proteste davanti alle istituzioni finanziarie alla difesa degli interessi locali contro progetti dannosi, la società civile continua a spingere per un cambiamento significativo.
Oltre alle proteste davanti alla sede di Intesa San Paolo, segnali di disapprovazione e condanna sono arrivati anche davanti a quella della RAI. L’emittente televisiva si macchia infatti di una mistificazione di informazioni pubbliche e sulla reale situazione climatica. Meno del 3% delle notizie sono infatti dedicate all’attuale crisi climatica e, secondo gli attivisti, c’è poca informazioni sulle cause scatenanti il cambiamento climatico.
Guardando avanti: un appello all’azione
Il Vertice G7 a Torino sul clima offre un’opportunità senza precedenti per affrontare la crisi climatica e promuovere una trasformazione globale verso un futuro sostenibile ed equo. Mentre i ministri si riuniscono per discutere strategie e azioni, è fondamentale tradurre le parole in azioni concrete e impegnarsi per un cambiamento significativo e materiale. Solo attraverso un impegno collettivo e determinato possiamo sperare di superare le sfide climatiche e creare un mondo migliore per le generazioni future.
Ma le aspirazioni sul vertice G7 a Torino sono molto lontane dalle effettive condizioni politiche. Le politiche ambientali vanno sempre più a rilento, tra i paesi che non riescono ad abbandonare definitivamente il fossile e paesi che intraprendono nuove politiche ecocide nell’estrazione di gas e petroli – come l’Italia nel caso del Piano Mattei.
Il grido di battaglia continuerà fino ai prossimi giorni, proprio in occasione di questo vertice globale, con ecoattivisti, locali e solidali che denunciano le istituzioni per la loro negligenza informativa, con delle notizie sempre più vaghe e imprecise, ma sopratutto per la loro lontananza dai reali interessi della popolazione.
Lucrezia Agliani