Di Isabella Rosa Pivot
Novembre, Mercoledì 18.
Siamo a Berlino, in Germania.
Una forte reazione di protesta popolare inonda le strade della città. La polizia tedesca reagisce in modo violento: la folla viene pestata, trascinata, colpita dai getti degli idranti. Cosa sta succedendo?
Migliaia di cittadini tedeschi sono scesi in piazza per manifestare contro il nuovo disegno di legge proposto dal Governo federale tedesco e alla fine comunque approvato alle ore 15:00 dalle due camere, Bundestag e Bundesrat.
Tanti gli striscioni e le urla contro Angela Merkel ed il Governo, colpevole, secondo i manifestanti, di aver introdotto misure restrittive sproporzionate rispetto alla reale emergenza.
La protesta, etichettata dalla stampa generalista come “no mask” e “negazionista”, era invece rivolta alle forti e nuove restrizioni imposte che richiamano, citando Michael Mross, “quelle contenute nella legge dei pieni poteri del 1933”.
Nominata come “Terzo atto per la protezione della popolazione in caso di situazione epidemica di portata nazionale”, sarebbe una legge delega che conferisce pieni poteri al Governo restringendo tutte le libertà costituzionali in nome del virus.
Pochi media hanno riportato l’informazione, sebbene sia un disegno di legge presentato a inizio del mese.
Alcune delle restrizioni contenute all’interno dell’articolo 7 di tale legge, nominato come “restrizione dei diritti fondamentali” prevedono limitazioni fortemente vincolanti e prive di una data di scadenza.
Ai sensi dell’articolo 1, n. 16 e 17, viene infatti limitata la libertà personale, di riunione e circolazione e dell’ inviolabilità del domicilio. La misura esatta della limitazione, che sfuma nell’abolizione, non viene definita.
A seguire, l’obbligo di coprire naso e bocca (questo comune a più paesi europei) e la limitazione degli istituti di cultura; la chiusura di istituzioni e comuni, con un chiaro divieto di offerte di pernottamento e attività commerciali o professionali.
Al punto 12, si prevede un divieto di distribuzione di bevande alcoliche e del loro consumo, concesso solo in determinati locali pubblici ed in precisi orari.
Sono presenti prescrizioni legislative ad una sorveglianza totale, a nuovi servizi di comunicazione per il controllo degli spostamenti.
Ad essere grave è appunto l’assenza di un termine della legge: si afferma che entrerà in vigore, senza dichiarare per quanto tempo. Senza definire il termine della “situazione di emergenza”.
Il ministro della salute tedesco Jens Spahn l’ha definita
“un’amara medicina, ma necessaria per la protezione dei cittadini”.
Non si tratta solo di restrizioni ai civili: anche i media non possono esplicitamente dare la parola a chi ha opinioni contrastanti rispetto a quelle approvate governativamente e sono anzi obbligati a screditarle.
Gli unici oppositori all’approvazione sembrerebbero esser stati quelli dell’Alternative fuer Deutschland (AfD).
Il già citato Michael Mross, celebre giornalista ed autore tedesco, nei riguardi di questa legge ha affermato:
“La Costituzione non si è mai trovata così in pericolo come oggi. Ciò che stiamo vivendo in Germania è davvero inconcepibile”.
Viene inoltre da chiedersi come mai se ne sia parlato così poco o addirittura affatto nel nostro paese.