Filippo, nato senza l’avambraccio sinistro per una malformazione congenita, è il più giovane paziente per cui l’equipe dell’Officina Ortopedica Maria Adelaide ha realizzato una protesi mioelettrica. È l’occasione per parlare di protesi in età pediatrica, un intervento che rappresenta solo l’1% di tutta la chirurgia protesica.
Se si considera che gli interventi di chirurgia protesica in età giovanile, su pazienti dai 20 ai 40 anni, sono poco comuni quelli in età pediatrica sono decisamente rari, ben al di sotto dell’1% del totale. Lo scorso 23 maggio uno di questi interventi “al limite” è stato eseguito dall’Officina Ortopedica Maria Adelaide di Torino che ha realizzato una protesi mioelettrica per un paziente di 22 mesi, nato senza l’avambraccio sinistro a causa di una malformazione congenita. Le protesi a tecnologia mioelettrica sono dei dispositivi che sfruttano le deboli correnti bioelettriche generate dall’attività muscolare: queste, opportunamente amplificate e integrate, possono agire su un interruttore e chiudere un circuito, permettendo di avviare un micromotore che mette in azione l’apparecchiatura.
A circa due anni dalla nascita Filippo ha quindi potuto sostituire la protesi estetica con un apparecchio in grado di rispondere ai suoi comandi, permettendogli di migliorare notevolmente lo sviluppo motorio. Per attuare un movimento – l’apertura della mano per esempio – il paziente contrae una fascia muscolare sulla quale è posto un elettrodo che trasforma la volontà di movimento in comando elettronico. Condizione necessaria per il funzionamento è che il paziente riesca a generare segnali per ogni movimento della protesi in modo indipendente uno dall’altro: in altre parole, tutto funziona correttamente se viene attivato un muscolo per volta, altrimenti il sistema di controllo si trova a dover eseguire due ordini contrastanti. Per questo motivo è importante applicare la protesi in età così giovane in modo da consentire al paziente di allenare la risposta cognitiva alla sollecitazione della zona amputata. Filippo sta reagendo in modo positivo alla protesi e sta cercando, gradualmente, di impararne il corretto utilizzo.
L’operazione portata a termine sul piccolo costituisce una vera e propria eccezione. I genitori di Filippo prima di entrare in contatto con l’Officina Ortopedica Maria Adelaide hanno avuto difficoltà a individuare una struttura che proponesse loro una protesi con questa tecnologia. L’installazione di protesi mioelettriche su pazienti in età pediatrica in Italia è ancora quasi inesistente ma è una prassi del tutto in linea con lo sviluppo fisico del paziente dal momento che stimola la corretta crescita muscolare e psicomotoria del soggetto. Il costo dell’apparecchiatura biomedica, € 13.000, è stato interamente coperto dal Sistema Sanitario Nazionale: la protesi, il cui invaso dovrà essere sostituito dopo i primi sei mesi, dovrà poi essere modificata in modo progressivo con la crescita di Filippo. Questo è un grande successo sia per i genitori del bambino sia per il team dell’Officina Ortopedica Maria Adelaide che ha potuto così garantire al piccolissimo paziente una crescita con migliori possibilità di sviluppo.