Una proteina nel cervello per combattere l’alcolismo

Una proteina nel cervello che si lega all’alcol: potrebbe essere questa la chiave per curare l’alcolismo, annuncia il ricercatore farmaceutico Joydip Das  della UH College of Pharmacy in eNeuro (giornale della Society for Neuroscience). La proteina, chiamata MUNC 13-1, svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo della tolleranza all’alcolismo, secondo Das.

Dichiara Das:

La dipendenza dall’alcool rimane uno dei più importanti problemi di salute mentale in tutto il mondo: una sfida importante è capire come l’etanolo, o l’alcol, modifichi il comportamento e il cervello durante la discesa verso la dipendenza. Lo sviluppo della tolleranza è un passo fondamentale in questa discesa. Se una persona diventa tollerante verso una bevanda, ne avrà un’altra e forse un’altra. Se potessimo impedire che l’alcol si leghi in MUNC 13-1, questo aiuterà i bevitori problematici a ridurre la tolleranza. Se riusciremo a ridurre la tolleranza possiamo ridurre la dipendenza.”

Una piaga sociale

Il processo di legame del MUNC 13-1 all’alcol avviene in una sinapsi cerebrale, in cui una cellula nervosa o un neurone trasmette un segnale a un altro. Nello specifico, il legame avviene nello spazio presinaptico, una parte molto poco studiata del meccanismo sinaptico.

Durante l’esposizione all’alcol, esso crea cambiamenti diffusi e duraturi nell’attività neurale, alterando l’attività sia presinaptica che postsinaptica.

Finora il lavoro è stato fatto usando il sistema del modello genetico della Drosophila: esso offre un modello semplice, ma molto simile a quello umano. La loro proteina attivante si chiama Dunc13, l’equivalente di MUNC 13-1.



Speranze future

Continua Das:

“La riduzione di Dunc13 produce una resistenza comportamentale e fisiologica agli effetti sedativi dell’etanolo. Ciò rende MUNC 13-1 un obiettivo importante per lo sviluppo di farmaci. Abbiamo bisogno di sviluppare una pillola che inibisca il legame alcolico a MUNC 13 e riduca la sua attività: basandoci sui nostri risultati finora, questo probabilmente ridurrebbe la formazione della tolleranza, rendendo più difficile diventare dipendenti dall’alcol.”

Das è affiancato nel suo lavoro dal biologo Gregg Roman dell’Università del Mississippi e dallo psicologo dell’Università di Houston J. Leigh Leasure.

Roberto Bovolenta

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