Una banda di nigeriani è stata arrestata a Torino per aver sfruttato giovani donne fatte entrare nel Paese illegalmente. Le vittime venivano reclutate in Nigeria e sottoposte a riti di magia nera. Una volta arrivate in Italia, le ragazze venivano costrette a prostituirsi. Oltre a prostituzione e riti voodoo, le giovani venivano sottoposte a qualsiasi genere di abuso e ridotte in schiavitù.
L’indagine e l’arresto
I carabinieri del comando provinciale di Torino sono riusciti a sgominare un’organizzazione criminale internazionale. In manette sono finite 11 persone di nazionalità nigeriana, 8 donne 3 uomini con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione, sfruttamento della prostituzione, associazione a delinquere e riduzione in schiavitù. Le donne venivano reclutate e adescate nel loro Paese. Una volta arrivate in Italia, nei centri di accoglienza piemontesi, dei ragazzi che si spacciavano per parenti o fidanzati le portavano via. Le indagini sono partite grazie ad alcuni responsabili dei centri che hanno notato movimenti strani e denunciato alle autorità.
Prostituzione, riti voodoo e schiavitù
Le vittime della gang criminale provenivano tutte dalla Libia dove avevano vissuto le atroci sofferenze della prigionia. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha spiegato che il gruppo convinceva delle ragazze a lasciare l’Africa pagando 25mila euro, ma poi le faceva prostituire. Oltre che subire ogni genere di abuso e angheria, le donne erano ridotte in condizioni di schiavitù e sottoposte a riti di magia voodoo che servivano per assoggettare le ragazze e costringerle a prostituirsi senza avere opportunità di ribellarsi. Il procuratore Paolo Borgna ha inoltre dichiarato che intorno ai centri di accoglienza vi è un brulicare di attività criminali e che la cosa importante è che i responsabili dei centri abbiano denunciato subito.
Le giovani donne nigeriane, adescate dalle maîtresse in Nigeria, erano stato convinte e raggirate grazie alla promessa di un futuro migliore. Era stato detto loro che una volta arrivate in Italia avrebbero trovato lavoro e condotto una vita nettamente migliore di quella precedente. Purtroppo non è la prima volta che la criminalità sfrutta il fenomeno dell’immigrazione.
Giulia Danielli
La promessa di un futuro migliore