Prosopagnosia: quando il cervello non riconosce le facce

prosopagnosia

La malattia descritta dal celebre neurologo Oliver Sacks, è la prosopagnosia. Il dottor P., protagonista del racconto, è un uomo incapace di riconoscere il viso delle persone, persino della moglie, tanto che la scambia per il suo cappello.

“[…] si guardò intorno alla ricerca del cappello. Allungò la mano e afferrò la testa di sua moglie, cercò di sollevarla, di calzarla in capo […]”

L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Oliver Sacks

Se passeggiando per la strada vi capita molto spesso di incrociare un parente o un amico molto stretto e non riconoscerlo, potreste avere la prosopagnosia.



Nulla di grave! La prosopagnosia è, semplicemente, un deficit cognitivo-percettivo del sistema nervoso centrale che non permette di riconoscere le facce altrui e, nei casi più gravi, anche la propria. Non è un disturbo uniforme e si presenta, quindi, con molti tipi e livelli di deficit.

Può essere un disturbo congenito, quindi presente fin dalla nascita, oppure acquisito in seguito a danni cerebrali. Gli studi su questa malattia si sono dimostrati fondamentali per corroborare la teoria che sostiene che ci sia un’area del cervello deputata al riconoscimento facciale.

Dalla diagnosia alla cura della prosopagnosia

Nel XX secolo, quando sono iniziati gli studi per questo deficit, si credeva fosse una condizione molto rara e causata unicamente da danni cerebrali. Con il tempo, e la scoperta dei diversi livelli di intensità del deficit, si è arrivati a capire che il 2% della popolazione sembra soffrire di questo deficit. Esiste un test, elaborato dai ricercatori della City University London e del King’s College, che permette di diagnosticare questa malattia. Nel test, gli scienziati hanno elaborato 10 situazioni tipo alle quali si deve dare un giudizio da 1 a 5 in base alla propria esperienza.

Al momento non esiste cura per questa malattia, anche se sono stati notati dei miglioramenti nei bambini facendoli giocare con una versione modificata di “Indovina chi?”, il celebre gioco in scatola. Giocando mezz’ora al giorno per due settimane, i bambini hanno addestrato il loro cervello a riconoscere alcuni elementi interni al viso con un miglioramento dell’8% ai test di controllo.

Molte celebrità hanno ammesso di soffrire di questa patologia. Gli attori Stephen Fry e Brad Pitt, l’informatico Steve Wozniak e lo stesso neurologo Oliver Sacks ha dichiarato di non riconoscere i volti delle persone.

Quindi se qualcuno camminando per strada non ricambia il vostro saluto, potrebbe soffrire di prosopagnosia… o forse solo di maleducazione.

Giulia Fasano

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