In Italia sono in vigore tre aliquote Iva, applicate sulla base della caratterizzazione del prodotto. Abbiamo infatti un’aliquota minima del 4% per la vendita di prodotti di prima necessità; un’aliquota ridotta del 10% e una del 22%, definita ordinaria. Quest’ultima si applica per tutti quei prodotti e servizi dove la normativa non prevede una delle due agevolate. E gli assorbenti fanno parte di questa terza categoria.
Riduzione Iva sugli assorbenti: la petizione
Sul sito per le petizioni change.org, è in corso una raccolta firme per la riduzione dell’Iva sugli assorbenti. Quest’ultimi, infatti, sono ad oggi tassati al 22% perché non fanno parte della categoria dei beni di prima necessità. Ma questo è vero?
In realtà l’utilizzo dell’assorbente è, per ogni donna fino ad una certa età, un bisogno primario. Non si parla, infatti, di sfizio o lusso, ma di una necessità reale.
È stato stimato che ogni anno in Italia vengono venduti 2,6 miliardi di assorbenti perché non se ne può proprio fare a meno. E del ricavato totale, il 22% lo incassa lo Stato.
La proposta di legge Tampon – tax nasce dal partito Possibile di Civati dallo stesso Civati e da altri deputati. Beatrice Brignone dichiara:
Chiediamo che questo tipo di prodotti igienico-sanitari femminili siano considerati per ciò che sono, e cioè beni essenziali e che conseguentemente anche la tassazione sia ridotta al 4% L’igiene femminile è anche una questione politica sociale e sanitaria di cui ogni Governo deve riconoscerne l’importanza. Ridurre la tassazione d’imposta sul valore aggiunto degli assorbenti igienici è un primo passo verso nuove e avanzate politiche sociali
Iva sugli assorbenti negli altri Paesi Europei
Le varie aliquote Iva sono state definite con un decreto del Presidente della Repubblica del 1972. Era stato proprio quel decreto a stabilire che i beni essenziali dovessero godere di una tassazione agevolata. Ma l’igiene femminile durante le mestruazioni non fa parte di questa categoria.
Alcuni Paesi Europei sono stati più sensibili dell’Italia e hanno capito il problema. La Francia ha portato l’Iva sugli assorbenti al 5,5%, l’Olanda e il Belgio al 6% e in Inghilterra si è passati da un’aliquota del 17,5% al 5,5%. L’Irlanda, invece, ha fatto di meglio: ha abolito l’imposta in modo definitivo.
Oltre alla petizione va ricordato che esiste una direttiva del Consiglio Europeo del 2006 che stabilisce una regola. Secondo questa direttiva, infatti, i prodotti di protezione per l’igiene femminile possono essere soggetti ad una tassazione ridotta. Ma purtroppo lo Stato fa orecchie da mercante.
È strano sapere che alcuni prodotti sono ritenuti più essenziali di altri. Infatti è vero che volantini e manifesti elettorali sono più necessari degli assorbenti e per questo tassati al 4%. Ma anche altri prodotti sono più indispensabili di quelli per l’igiene intima da essere addirittura esenti Iva. Scommesse e gioco del lotto, infatti, non sono soggetti ad alcuna imposta, come pure le monete e i lingotti d’oro da investimento.
Nella speranza che il Governo capisca che gli assorbenti servono davvero e non per capriccio, ricordiamo un’ultima cosa. Anche i pannolini per bambini sono tassati al 22% perché non sono considerati di prima necessità.
Cari genitori, insegnate ai vostri figli a fare i loro bisogni nel water a 6 mesi… vi costerà molto meno.
Elena Carletti