Propaganda di guerra, un’arma potente

Propaganda di guerra

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi, l’utilizzo della propaganda di guerra è fondamentale per convincere il proprio popolo a combattere il nemico.
Per questo è importante districarsi tra la disinformazione e le fake news

Propaganda di guerra: il personaggio di Zelenskyy

Anche nel conflitto che stiamo vivendo oggi, che coinvolge Russia, Ucraina e Occidente, vediamo l’utilizzo della propaganda mediatica.

Un esempio è la narrazione differente che viene data del personaggio di Volodymyr Zelenskyy.
Il fronte russo lo presenta come un falso leader, che abbandona il proprio popolo in difficoltà.
Il Cremlino aveva inizialmente diffuso la notizia che fosse fuggito, lasciando l’Ucraina a combattere da sola.

Zelensky è fuggito frettolosamente da Kiev. Già ieri non si trovava nella capitale ucraina. È fuggito con il suo entourage a Leopoli, dove è stato fornito alloggio a lui e ai suoi assistenti

Di tutta risposta, il Presidente ucraino ha diffuso sui social un video che lo ritrae per le strade di Kiev, insieme ai suoi ministri di governo.
Ha poi pubblicato un altro video su Twitter. Qui Zelenskyy, in tuta mimetica, passeggia per le strade della capitale promettendo di continuare a combattere.

Non credete alle fake news, sono ancora qui. Non deporremo le armi. La nostra arma è la verità

Dall’altro lato, per quanto riguarda la narrazione occidentale, Zelenskyy viene dipinto come un eroe.
Frasi brevi e a effetto, spiccata capacità di comunicazione, grande presenza social.
Tutti elementi che concorrono a creare un’immagine molto positiva del Presidente ucraino.
Il problema sta nel fatto che i media hanno diffuso la parabola senza fornire un effettivo background storico e politico di Zelenskyy.
Si accantonano il suo passato e le sue visioni politiche per ricostruirne un’immagine totalmente positiva.
La propaganda di guerra, infatti, sta anche nel creare eroi e antieroi dai contorni netti, senza sfumature.

La manipolazione dei media

Un altro elemento fondamentale a cui fare attenzione è la manipolazione dei media da parte di uno Stato.

La si vede, per esempio, nella recente decisione dell’Authority russa che sovrintende ai media. Questa avrebbe, infatti, imposto ai dipendenti di evitare la pubblicazione dei resoconti di vittime civili in Ucraina.
Tutto ciò che viene pubblicato deve prima passare al vaglio del governo, in un’azione di vera e propria censura.
Non è la prima volta che accade.
La rielaborazione dei dati di guerra, soprattutto per quanto riguarda i morti civili, è una pratica molto diffusa nei conflitti, come avvenuto anche in Afghanistan e in Iraq.

Il Presidente russo ha inoltre richiesto ai media di non parlare della sua mossa contro l’Ucraina come “invasione“, ma come “operazione di pace“.
La narrazione propagandistica che ne consegue è che l’obiettivo della guerra sia quello di difendere le due Repubbliche filorusse di Donetsk e Lugansk.
Dal canto suo l’Occidente smonta questa narrazione, vedendo nella guerra un mero obiettivo espansionistico.
Putin, secondo questa visione, vorrebbe allargarsi ad altri Paesi facenti parte dell’URSS, con l’obiettivo di riacquisire i vecchi territori.

Districarsi tra le fake news e la disinformazione

In guerra, ogni Paese deve riuscire a convincere la propria opinione pubblica che le scelte prese siano giuste.
Perciò, utilizzando la propaganda, lo Stato distribuisce la propria narrazione.
Bisogna quindi fare molta attenzione alle notizie che ci vengono presentate.

Un esempio è la recente gaffe del Tg2 che, nella fretta di presentare il servizio, ha mandato in onda uno spezzone del videogioco War Thunder scambiandolo con una scena di guerra a Kiev.

La grande difficoltà sta proprio nel fatto che l’informazione, in tempi di guerra, debba essere istantanea. Ciò implica, però, che ci sia poco tempo per verificare le fonti.
Alcuni accorgimenti da prendere per non incappare nella disinformazione sono:



La prima vittima della guerra, è la verità“, diceva il filosofo greco Eschilo nel VI secolo. Per salvare la verità, l’unica arma che abbiamo è l’informazione. Completa, neutrale e verificata.

Giulia Calvani

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