Il programma elettorale (poco) originale del Movimento 5 stelle

Programma elettorale M5s

Il programma elettorale di un partito, in fase di campagna, deve essere accattivante. Tramite quello che viene detto, infatti, si possono attirare più o meno voti. Ma quali sono le fonti tramite le quali vengono redatti?

Il programma elettorale del M5s secondo “Il Post”

Mentre cerchiamo di capire se la canzone presentata a Sanremo da Moro e Meta sia copiata, “Il Post” fa un’attenta analisi al programma del M5s. Il plagio, infatti, non esiste solo nel mondo della musica.




La rivista giornalistica on-line, ha analizzato il programma elettorale del partito trovando non poche cose da dire. Undici punti dello stesso (su un totale di venti) sono state copiate da cima a fondo:

molte sue parti, in alcuni casi intere pagine, sono state copiate da altri documenti di tutt’altra natura, senza alcuna indicazione della loro provenienza. Tra le fonti ricopiate ci sono studi scientifici, articoli di giornale, pagine di Wikipedia, oltre a numerosi dossier e documenti prodotti dal Parlamento, in alcuni casi scritti da esponenti di partiti avversari del Movimento 5 Stelle

La testata giornalistica fa una bella lista dei punti “copiati”. La scopiazzatura più evidente è quella legata al capitolo Ambiente. In questo caso, infatti, due pagine intere di programma derivano da un dossier di Legambiente. Nello stesso capitolo, inoltre, sono state riportate le parole di un giornalista di “Repubblica”.

Nel capitolo dello Sviluppo Economico, invece, vengono usate parole di ex esponenti politici, di studi universitari e di attivisti esteri. Il tutto senza citare nessuna fonte e senza “virgolettare” nulla. Come se le parole scritte fossero idee del M5s.




Alcune definizioni, inoltre, sono prese in prestito da: National Geographic, Cnel, Cassa Depositi e Prestiti e da …Wikipedia!

Non solo, alcuni capitoli del programma elettorale sono solo parziali, come quello dell’Immigrazione e quello della Giustizia.

Sempre secondo “Il Post” non è facile risalire al fautore del plagio. Il deputato del partito, Manlio Di Stefano, infatti, dichiara che:

non c’è un vero e proprio autore per ogni capitolo

La risposta dei “copioni”

I cinquestelle non ci stanno e non vogliono passare per quelli che non hanno studiato prima di un compito in classe. Per questo hanno deciso di rispondere a “Il Post”. Fanno mea culpa ammettendo di aver riportato nel programma elettorale testi di terze persone, ma solo come analisi e studi di dati. Aggiungono, inoltre, che le altre parti non sono “ricopiate” ma “chiaramente riportate”:

Certo che le abbiamo prese dai dossier e dagli studi scientifici, anche di esperti con i quali in questi 5 anni abbiamo sempre collaborato. Ci mancherebbe altro. ll M5s studia, approfondisce e attinge da fonti scientifiche terze che riporta nelle versioni complete del programma. La governance va dettata documentandosi e facendo sintesi, se un documento è autorevole e aiuta ad andare in una certa direzione va ripreso. Le proposte del programma sono frutto di elaborazione originale e di studi durati mesi

Questo pensiero non sarebbe sbagliato se le “parti riportate” presentassero un rimando alla fonte. Oppure se utilizzassero il “virgolettato” per le dichiarazioni espresse da altri. Invece, in questo modo, sembra che queste risposte provengano dagli autori del programma elettorale.




Manca veramente poco alle elezioni ed è ovvio che ognuno cerchi di tirare acqua al proprio mulino. Il M5s, infatti, ha sbandierato ai quattro venti l’utilizzo della “piattaforma Rousseau” per la stesura del programma. Tramite questa piattaforma, infatti, i cittadini possono, per esempio, proporre disegni di legge o tematiche particolari. Nella campagna elettorale dei pentastellati, quindi, non c’è originalità e fantasia (come invece c’è stata nei nomi).

Per onore di cronaca possiamo aggiungere che “Il Post” ha analizzato i programmi elettorali degli altri partiti e non ha trovato plagi.

M5s: rimandati a settembre.

 

Elena Carletti

Exit mobile version