Tutti noi, ormai, frequentiamo i social media. C’è chi predilige Instagram, chi Facebook e chi Tik Tok. Su ognuno di questi social ci scontriamo sempre più spesso con l’espressione Ok boomer. Chi sarebbe un boomer e perché la definiamo una vera e propria Professione Boomer? Parliamo di quelle persone nate tra il secondo dopoguerra e il boom economico degli anni ’60 del Novecento.
Uno scontro generazionale:
Si sa, ogni generazione è costretta a scontrarsi con le precedenti. Le mode cambiano così come le ideologie e le priorità generazionali. Non sempre questi cambiamenti vengono accolti a braccia aperte da chi ci ha preceduto, anzi, spesso avviene l’esatto contrario. Detto ciò, per alcuni aspetti potrebbe sembrare assurdo che una generazione come quella Boomer, cresciuta tra movimenti studenteschi rivoluzionari, libertà sessuale e voglia di rompere gli schemi, oggi si trovi a scalciare i piedi nei confronti dei più giovani. Ci troviamo nel 2021, di conseguenza le lotte di oggi non sono uguali a quelle degli anni ’70, eppure, tirando le somme, notiamo che l’obiettivo di base resta comune: la libertà.
Il modo migliore per analizzare fenomeni storici come questi è prendere tra le mani la macchina del tempo più potente che possediamo: il cinema. Focalizziamoci su due decenni: gli anni ’70 e gli anni ’80. Si resta ogni volta esterrefatti davanti al divario che può nascere tra un decennio e il suo successivo. Cinematograficamente parlando il cinema degli anni ’70 è caratterizzato da un fortissimo stampo politico che accoglie ogni tipo di ideologia, dal femminismo alla lotta al terrorismo. A questo si alternavano commedie sexy a basso costo. Gli anni ’80, ahinoi, sono ricordati per un’altra tipologia di film, cioè i cinepanettoni e la nuova commedia all’italiana.
Gli anni ’70
Partiamo dal decennio che va dal 1969 al 1979. Nel 1969 abbiamo un grande autore italiano che farà da apripista per il nuovo decennio. Luchino Visconti porta sugli schermi La caduta degli Dei film ispirato al Macbeth e alla storia vera della famiglia Thyssen. Parliamo di un dramma famigliare che mostra il suo decadimento istituzione a livello estremo. Il film, per quanto sia ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, ha echi terribilmente contemporanei e, per tale motivo, i giovani dell’epoca rimasero estasiati dal film come accade per I pugni in tasca di Marco Bellocchio nel 1966. Finalmente, anche su grande schermo, la famiglia perdeva la sua maschera di luogo sicuro e mostrava il suo vero, sadico volto. Una seconda tradizione da contestare era quella religiosa. Pasolini gira la sua trilogia della vita e, in modo particolare, spicca la sua versione de Il Decameron tratto dal libro di Giovanni Boccaccio. Nei vari episodi scelti da Pasolini ed inseriti nel film, la sessualità e la sua costante rappresentazione, rompe i tabù religiosi. A buttare giù i muri della morale cattolica, il più delle volte, sono coloro che fanno parte della realtà ecclesiastica quindi suore e predicatori. Inutile dire che ai tempi il film fu trattenuto a lungo dall’Ufficio Censura e che Pasolini fu preso nuovamente di mira. Eppure gli spettatori non furono d’accordo con il governo. I più giovani apprezzarono la sprezzante ironia di Pasolini nei confronti del credo Cattolico. Un altro grande nome si aggiunge: Federico Fellini. Fellini nel 1970 dirige Fellini Satyricon la sua opera più sessualmente esplicita. Anche qui assistiamo alla rielaborazione di un classico, il Satiricon di Petronio. Tuttavia, il classico non muore mai e i giovanotti corsero al cinema per assistere alla messa in scena felliliana. Un set, quello di Fellini, che prende in giro la falsità del potere e della necessità dell’uomo di sentirsi invincibile.
Gli anni ’80
I tumultuosi anni ’70 sono giunti al termine e, improvvisamente, pare arrivare una grandissima ondata di benessere. Gli adolescenti che hanno partecipato a mille e mille cortei, ora si trovano ad essere giovani privilegiati e con il futuro assicurato. Questo senso di (falso) benessere si riflette anche nel cinema. Leggendo il manuale Storia del cinema italiano di Gian Piero Brunetta, l’occhio cadrà inevitabilmente sul capitolo dedicato alla nascita di un fenomeno noto come cinepanettone. Brunetta analizza a fondo questa corrente cinematografica, spiegandoci che l’estremizzare determinati comportamenti e/o stereotipi dell’italiano medio altro non è che un modo ideato dai registi per farsi beffa di determinate figure politiche che iniziavano ad ergersi in quel decennio. Un film cardine di questa nuova commedia all’italiana è Yuppies i giovani di successo diretto da Carlo Vanzina con il duo Massimo Boldi – Christian De Sica. La pellicola di Vanzina vuole creare una gigantesca parodia di quella che, ai tempi, era la Milano da bene governata da quei rampolli (gli Yuppies) abituati al lusso e accecati dal sogno di entrare a far parte della grande finanza. Vanzina voleva far ridere e, in un certo modo, far riflettere e mostrare che tutto quel luccichio era solo un’immagine passeggera. Sfortunatamente i film, in quel periodo, causarono un effetto opposto: i giovincelli si identificarono nei personaggi in modo particolare negli aspetti più consumistici e borghesi.
La noia discreta della borghesia
Nel 1972 il regista spagnolo Luis Bunuel dirige Il fascino discreto della borghesia un film dedicato al fallimento della vita borghese. Una vita ritenuta un tempo sinonimo di benessere e libertà. Nel ’72, pare dirci Bunuel, non è più così, poiché i borghesi senza istituzioni come Chiesa, esercito o finanza non vivono o, meglio, non esisterebbero. Perché tiriamo in ballo Bunuel? Perché oggi quel fascino del paradosso, la borghesia l’ha perso. Ciò è avvenuto perché i borghesi di oggi sono i rivoluzionari di ieri, meglio noti come boomer. I combattenti di ieri hanno perso su più punti, adagiandosi su una struttura sociale apparentemente solida basata sul consumismo. Il bene di consumo, si sa, non può essere un punto d’appoggio sicuro poiché continuamente soggetto alle leggi del mercato. La borghesia di oggi è annoiata perché costituita da rivoluzionari arresi che non hanno trovato il modo di rompere definitivamente un tipo di struttura sociale continuando a farci restare in bilico. Le nuove generazioni faranno meglio? Non possiamo dirlo, la Storia raramente si può prevedere. Tuttavia, vorrei che oggi tutti i boomer riprendessero tra le mani i film della loro adolescenza per riguardarli con occhio critico e mente aperta.
Sabrina Monno