Professional cuddling: quando le coccole diventano un business

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Siete stanchi, stressati, oberati dal lavoro e dalle mille responsabilità della vita quotidiana? Non avete nessuno che vi aiuti a fronteggiare il vostro opprimente senso di solitudine? Il “professional cuddling” potrebbe essere quello che fa per voi!




Letteralmente, quest’espressione sta ad indicare l’effettuare “coccole professionali“. Sì, avete capito bene: nell’era della mercificazione perfino le coccole diventano un business.

Il fenomeno, che ha avuto inizio in Giappone e negli Stati Uniti, inizia timidamente ad avanzare anche sul suolo europeo, per lo più nel Regno Unito.

Ma in che cosa consiste e come si svolge questa bizzarra professione?

Innanzitutto occorre dire che, quantomeno negli USA, viene posta in essere da un’apposita figura professionale, il “professional cuddler“, per l’appunto.

Il conseguimento di questo titolo, che avviene mediante appositi corsi professionalizzanti, permette poi di esercitare la relativa professione, che consiste nel far rilassare i propri clienti nel corso di sessioni di coccole di tempo variabile– mediamente, a partire da un’ora-, durante le quali gli “abbracciatori professionisti” si dedicano a creare, attraverso musica, parole suadenti, abbracci e grattini, un’atmosfera atta a distendere perfino i nervi più tesi.

Le sedute si svolgono generalmente in apposite stanze, dotate di divani e cuscini dove i clienti possono comodamente distendersi mentre i “professional cuddler” si dedicano a loro.




Naturalmente, non è sempre facile entrare immediatamente in sintonia con uno sconosciuto: per questa ragione, un “abbracciatore” esperto inizia tendenzialmente le proprie sedute mettendo a proprio agio il cliente, modulando il proprio tono di voce e chiedendogli educatamente come, generalmente, preferisce essere abbracciato, il tutto con della rilassante musica in sottofondo. Peraltro, qualora il cliente fosse a corto di idee, potrà eventualmente attingere da un catalogo contenente ispirazioni.

Nel corso della sessione di coccole, il cliente può girarsi oppure rimanere sempre nella stessa posizione.

Di solito, comunque, i “professional cuddler” appaiono concordi nell’asserire che la sintonia si raggiunge solo a pochi minuti dalla fine della sessione.

Le agenzie operanti nel settore- che, quantomeno negli Stati Uniti, si sta rivelando insospettabilmente redditizio- precisano sempre che non si tratta di servizi includenti prestazioni anche solo latamente riconducibili alla sfera sessuale: addirittura, alcuni siti web forniscono “cuddling sessions” ad ampio spettro, dichiarando accettabile “qualunque attività platonica che si realizzerebbe con un amico” (incluse uscite, cene, massaggi “amichevoli” e semplici chiacchierate); inoltre, ai “professional cuddlers” sono tendenzialmente imposti rigidi codici di comportamento, che in alcun modo consentono loro di trascendere la sfera del platonico.

Il costo, stando ai listini prezzi statunitensi, si aggira per lo più attorno agli 80$ per un’ora di coccole (talvolta, prevedendosi sconti per categorie di lavoratori che si presumono particolarmente soggette allo stress, come ad esempio i militari). Il prezzo aumenta, ovviamente, qualora il “cuddler” debba spostarsi.

C’è, però, anche la possibilità di servizi telefonici, alla modica cifra di 60$.

I prezzi salgono invece se i clienti richiedono il servizio “overnight“, consistente in una nottata in compagnia di un abbracciatore: in tal caso, una parte di essa sarà dedicata ad abbracci e coccole, l’altra (prevalente) ad una rinfrancante dormita abbracciati. In tal caso, il prezzo di partenza si aggira attorno ai 300$.

In Giappone, invece, esiste addirittura la possibilità di abbonarsi ai servizi di “cuddling“.




Stando ai dati, i clienti sono per lo più uomini soli. Non manca, naturalmente, chi si approccia a questo servizio per curiosità.

I fautori di questo business sostengono che lo stesso abbia effetti immediati sui clienti stressati (in questo, confortati da studi che dimostrano che i livelli di stress calano già con venti secondi di carezze reciproche).

Voi cosa ne pensate? Provereste mai una “cuddling session“?

Lidia Fontanella

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