Mafia e politica: richiesti 10 anni per Angelo Lombardo, ex deputato MpA

DMarx22, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons Angelo Lombardo

La vicenda giudiziaria che coinvolge Angelo Lombardo, ex deputato del Movimento per l’Autonomia, riporta al centro dell’attenzione il rapporto tra politica e criminalità organizzata in Sicilia. Con una richiesta di condanna a dieci anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, il processo mette in evidenza un intreccio complesso di accuse, collaborazioni sospette e decisioni giudiziarie cruciali.

Dieci anni di reclusione per Angelo Lombardo

La Procura di Catania, attraverso la pm Agata Santonocito, ha richiesto una condanna a dieci anni di carcere per Angelo Lombardo, ex deputato nazionale del Movimento per l’Autonomia (MpA) e fratello di Raffaele Lombardo, ex Presidente della Regione Sicilia.

L’accusa principale nei confronti di Angelo Lombardo è di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l’indagine, Lombardo avrebbe svolto un ruolo di intermediario tra imprenditori e i vertici di Cosa nostra. Tuttavia, la mancata concretizzazione delle promesse fatte avrebbe scatenato la rabbia dei boss catanesi, che avrebbero pianificato un pestaggio nei suoi confronti.

Altri imputati e richieste di condanna

Oltre alla richiesta di condanna per Angelo Lombardo, la pm ha chiesto tre anni di reclusione ciascuno per Enzo Aiello e Giovanni Barbagallo, geologo accusato di corruzione aggravata dal metodo mafioso. Un anno di carcere è stato invece richiesto per Gaetano D’Aquino, collaboratore di giustizia. In controtendenza, è stata proposta l’assoluzione per l’ex sindaco di Castel di Iudica, Rosario Di Dio, per insufficienza di prove legate al reato contestato.

Processo in corso e le prossime fasi

Il processo, caratterizzato da un forte interesse mediatico, è stato aggiornato a febbraio per consentire ai difensori di presentare le proprie arringhe. Le dichiarazioni dei legali saranno decisive per stabilire il destino giudiziario degli imputati, in un caso che intreccia politica e criminalità organizzata, sollevando dubbi sull’integrità di alcune figure pubbliche.

Il contesto storico-politico: il legame tra MpA e Forza Italia

Il caso di Angelo Lombardo si inserisce in un panorama politico complesso, dove il Movimento per l’Autonomia, fondato da Raffaele Lombardo, ha mantenuto un rapporto di collaborazione con Forza Italia.



Recentemente, nel corso di un consiglio nazionale del partito guidato da Antonio Tajani, è stata formalizzata l’affiliazione dell’MpA. Durante l’evento, tenutosi alla Camera dei Deputati, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha sottolineato l’importanza di mantenere un profilo moderato per garantire la stabilità del governo attuale.

Il ruolo di Raffaele Lombardo e il suo passato giudiziario

Raffaele Lombardo, fratello di Angelo, è già stato assolto in via definitiva dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Tuttavia, il suo nome continua a essere associato alle vicende giudiziarie che coinvolgono il MpA e altre figure di spicco della politica siciliana. La sua presenza al consiglio nazionale di Forza Italia evidenzia il tentativo di mantenere una rilevanza politica nonostante il passato controverso.

L’importanza di fare luce su politica e criminalità organizzata

Questo caso rappresenta uno spaccato significativo del complesso rapporto tra politica e mafia in Sicilia, che nonostante le battaglie degli ultimi anni dei Governi, costituisce un iceberg troppo grande da abbattere con un solo mandato. La figura di Angelo Lombardo, seppur diversa da quella del fratello, rimane al centro di un’indagine che solleva interrogativi sulla trasparenza delle istituzioni e sul potenziale coinvolgimento di figure pubbliche in dinamiche mafiose. La richiesta di condanna rappresenta un segnale chiaro da parte della magistratura: non c’è tolleranza per chi collabora, direttamente o indirettamente, con organizzazioni criminali.

In attesa della sentenza, il processo si configura come un banco di prova per il sistema giudiziario italiano, chiamato a dimostrare la propria efficacia nel contrastare fenomeni di corruzione e infiltrazioni mafiose. Resta intanto da chiarire, una volta per tutte, l’importanza che, sin dalla Prima Repubblica, la mafia ha avuto negli affari statali.

Lucrezia Agliani

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