Procida è una delle tre stupende isole della provincia partenopea. La più piccola dopo Ischia e Capri è una perla che ha molto da offrire. Isola del Tirreno situata all’imbocco del Golfo di Napoli fra Ischia a Ovest e Capo Miseno a Est. L’anima dell’isola di Procida rivela, nel profondo, una realtà fatta di arte, usi e costumi, folclore, architettura, che splende da centinaia di anni. Rivela una storia che ha radici profonde di millenni. Un carattere fiero e multiforme, che si manifesta negli aspetti più umili della vita quotidiana e, allo stesso tempo, nelle tante testimonianze di una ricchissima e raffinata tradizione culturale.
Benché Procida sia tra le tre isole più grandi del golfo – Ischia e Capri – è la meno incline al turismo; racchiude, tra le sue baie e i suoi luoghi più caratteristici, piacevoli ed inaspettate scoperte. Un luogo ricco di fascino che ha ispirato registi, attori, pubblicitari, film maker. Tantissime persone che non hanno potuto fare a meno di fermarsi a guardare e rimanere incantati da cotanta bellezza. E’ un’isola vulcanica di 10.477 abitanti, le origini del suo nome si perdono tra realtà e leggenda.
L’attuale nome deriva da quello di epoca romana Prochyta. Secondo una pima ipotesi, probabilmente, deriva da Prima Cyme, ovvero “prossima a Cuma”. Come doveva apparire l’isola ai coloni greci nella migrazione dall’isola d’Ischia a Cuma. Stando ad un’altra ipotesi derivare dal greco “pròkeitai”, cioè “giace”, in quanto l’isola sembra giacere coricata e sdraiata sul mare.
Altra ipotesi, invece, ritiene che tale nome deriverebbe dal verbo greco prochyo, in latino profundo. L’isola sarebbe stata infatti profusa, messa fuori, sollevata dal fondo del mare o dalle profondità della Terra. Infine, Dionigi di Alicarnasso, volle far derivare il nome da quello di una nutrice di Enea, nel suo Archeologia Romana. Da lui qui sepolta quando vi approdò. Stando al mito greco qui avvenne la lotta tra i giganti e gli dei, come Tifeo e Alcioneo finirono rispettivamente sotto il Vesuvio e Ischia, così Mimante fu posto sotto l’isola di Procida.
L’isola di Procida
L’isola di Procida è una grande terra insita di storia, arte, natura, turismo, e tanta tanta magia, nonostante sia la più piccola del Golfo di Napoli. Il territorio lambito dalle smaglianti acque del Mar Tirreno, ha origini vulcaniche come testimoniano i quattro crateri ora in parte erosi. Visibili nelle insenature della Chiaiolella, del Carbonchio, del Pozzo Vecchio, e nell’isolotto disabitato di Vivara. Separato da Procida da un tratto d’acqua, ma al contempo collegato da un sottile ponte.
La vicinanza ai Campi Flegrei e l’appartenenza all’Arcipelago delle Isole Flegree (Ischia, Procida, Vivara e Nisida) ribadisce le origini di questa terra. Databili tra i 55.000 e 17.000 anni fa. Pagine di letteratura classica si sono riempite della sua grazia. Da Giovenale a Stazio, da Virgilio a Boccaccio, da Alphonse de Lamartine ad Elsa Morante, e pellicole cinematografiche.
Il borgo dei pescatori: Marina Corricella
Una di queste bellezze a Procida è senza dubbio Marina Corricella, uno dei borghi più antichi e affascinanti dell’isola. Borgo di pescatori tra i luoghi più suggestivi, dove il tempo sembra non aver affatto scalfito le case, le piccole stradine e i luoghi caratteristici. In molti sostengono che sia l’angolo migliore per poter ammirare l’isola di Procida.
Marina Corricella è una spruzzata di colori pastello sulle case. A ridosso di un mVIVARAare blu intenso, un turbinio di colori dove i gli occhi rimarranno accecati da così tanta bellezza. Sarà per questo che è stato scelto da Massimo Troisi per “Il Postino”. Da Dolce & Gabbana per uno spot pubblicitario, o dal regista Anthony Minghella per il “Il Talento di Mr Ripley” con Matt Damon, Jude Law, Gwineth Paltrow. Non ultimo l’attore americano Will Smith che passando per Napoli con il suo yacht è rimasto colpito dal borgo dei pescatori e si è voluto fermare.
Il centro fortificato di Terra Murata
A fare da cornice per la Chiaia – diretta verso Est – assieme alla graziosa Marina Corricella contribuisce anche il maestoso borgo della “Terra Murata”. Un luogo di estrema bellezza edificato sul punto più alto dell’isola, letteralmente a picco sul mare. Terra Murata è un centro storico e culturale di Procida raggiungibile solo attraverso un’ispida salita, dalla quale è possibile ammirare un panorama mozzafiato. Su tutto il golfo di Napoli.
A rendere intrigante e particolare questo luogo non sono solo le fortificazioni medievali e le vedute scenografiche, ma anche i due cannoni a lunga gittata. Risalenti alla Repubblica napoletana del 1799. In cima non si può tralasciare di visitare il Palazzo d’Avalos (1563). Divenuto in seguito Palazzo Reale, nel 1830 l’edificio fu trasformato in una vera e propria cittadella carceraria. Chiusa poi nel 1988. Un’altra splendida attrattiva è l’Abbazia di San Michele (XVI sec.). Qui sono conservate numerose opere d’arte tra cui un dipinto raffigurante San Michele che sconfigge Satana. Vi sono anche dei sotterranei in cui vi è un antico luogo di sepoltura. Inoltre, in Via del Borgo è ubicata un’abitazione tipica scavata nel tufo. Sviluppata su tre livelli, con scale esterne per accedere ai piani superiori.
La storia di Procida
La storia di Procida risale, o perlomeno le sue prime notizie, all’VIII secolo a.C., quando i coloni Calcidesi, provenienti dall’isola di Eubea. Vi approdarono portandovi il loro bagaglio culturale e artistico, a questi subentrarono in seguito i Greci di Cuma. Lasciarono numerose tracce tra cui le tombe a tetto spiovente di Callia e Corricella, che ancora oggi rappresentano due nuclei urbani di rara bellezza architettonica. Si possono ammirare pittoreschi borghi con case color pastello e scale rampicanti.
Successivamente, fu la volta dei Romani, vi costruirono stupendi edifici abitativi. Prescelti come luoghi di villeggiatura. In correlazione, troviamo testimonianze nell’opera letteraria: “Satire”. Del poeta latino Decimo Giunio Giovenale. L’introduzione del sistema feudale, ad opera dei Normanni – nella storia dell’isola di Procida – è stato decisivo. Conquistatori del territorio per mano della famiglia dei Da Procida, di origine salernitana. Di cui un membro, Giovanni Da Procida, fu consigliere di Federico II di Svevia.
Procida divenne terra del Re Aragonese di Sicilia, dal 1286 al 1299, seguirono poi gli Angioini di Napoli. La famiglia Cossa alla quale subentrò la dinastia degli Aragonesi. Frequentemente battuta dai pirati saraceni che razziarono gli abitanti, durante l’Alto Medioevo. Si ricordano, tra le incursioni più devastanti, quelle dei corsari musulmani capitanati da Barabarossa. Ad una delle tante incursioni saracene è legata la leggenda di San Michele Arcangelo. Divenuto patrono dell’isola.
Torri di guardia e tipiche case rurali
Le coste dell’isola si riempirono di torri di guardia e le tipiche case rurali sparse nell’entroterra isolano, dopo le incursioni saracene. Vennero abbandonate quelle costiere dei pescatori, per il più sicuro promontorio della Terra Murata . Precedentemente detta Terra Casata. Poiché in quest’area si riunivano le case dei procidani per meglio difendersi dalle incursioni Saracene. Con i suoi 91 m di altezza, costituiva l’unico punto difendibile dell’isola. Procida ebbe propri Signori Feudali, nel Basso Medioevo.
Inoltre, nel luglio del 1552, le acque di Procida furono teatro di una spedizione navale. Nel corso della quale gli Ottomani catturarono sette galee a una squadra napoletana agli ordini di Andrea Doria. Nel 1644 passò alla corona napoletana. Successivamente occupata tre volte dagli inglesi. Nel 1799, durante la Repubblica Partenopea. Dal 1806 al 1809, periodo francese contro Giuseppe Bonaparte e G.Murat. Nel 1813 nel corso delle guerre antinapoleoniche. In seguito la storia di Procida non segue un corso particolare, è legata per lo più alle vicende di Napoli.
L’isola di Arturo
Elsa Morante: “E così in eterno ogni perla del mare ricopia la prima perla, e ogni rosa ricopia la prima rosa”, L’isola di Arturo.
Procida ispiratrice e Elsa Morante; una scrittrice e il luogo che seppe ispirarle le leggendarie pagine del romanzo. Qui, Elsa Morante, elaborò le sue pagine più belle, quelle che narrano di Arturo Gerace. Sull’isola di Procida luogo dell’innocenza perduta e delle illusioni cadute. Isolotto verde tinto di blu intenso. Punteggiato di magnifici giardini ombreggiati da pergolati.
Terra MurataBisogna girovagare per le sue stradine, per i suoi vicoli per ammirare la bellezza di Procida. Quegli spettacoli trasfusi nell’arte, nella letteratura, nei tanti film quivi girati. La penna può solo in parte descrivere il meraviglioso spettacolo che si presenta a chi giunge sull’isola. Può, comunque, ravvivare le vicende storiche, politiche ed ecclesiastiche del passato.
Per chi volesse andare alla scoperta di Procida qui trova tutte le informazioni utili: Isola di Procida on line.
Felicia Bruscino