Processo Condor, l’Italia: condanna definitiva per i militari di Pinochet

Piano Condor

Processo Condor, l’Italia ha condannato in maniera definitiva i militari di Pinochet accusati della sparizione e dell’omicidio volontario pluriaggravato di due cittadini italiani. Giorno 8 luglio la Cassazione si pronuncerà su altri 21 ergastoli in merito all’assassinio di altri 23 italiani.

La sentenza attuale cambia le sorti della precedente sentenza del 17 gennaio 2017 in cui ad essere condannati furono esclusivamente coloro che stavano ai vertici dell’organizzazione, ovvero ministri e presidenti, mentre tutti i militari erano stati assolti.

Ad essere condannati in maniera definitiva sono stati il colonnello Rafael Francisco Ahumada, il sottoufficiale Orlando Vasquez Moreno e il brigadiere Manuel Vasquez Chahuan. I tre erano già stati condannati dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma l’8 luglio del 2019, accusati dell’omicidio di due cittadini italiani, Juan Jose Montiglio e Omar Venturelli.



Il processo del 2019 venne chiamato processo Condor per indicare, in tal modo, il riferimento diretto al piano Condor. Il piano Condor fu un accordo di cooperazione stipulato tra i servizi segreti dei vari paesi del Sudamerica negli anni Settanta del XX Secolo. L’obiettivo era quello di eliminare attivisti, dissidenti e tutti coloro che, con il loro operato, si opponevano al regime. I paesi coinvolti in questo accordo furono Cile, Uruguay, Perù, Argentina, Brasile, Bolivia, Paraguay. Il processo ebbe inizio nel 1999 grazie all’operato del procuratore Giancarlo Capaldo.

Gli italiani

Juan Jose Montiglio, di origini piemontesi, a soli 24 anni entrerà a far parte del gruppo che aveva il compito di garantire la sicurezza del Presidente del Cile, Salvador Allende. Nel 1973 i militari di Pinochet  attaccheranno il palazzo del Presidente. Si dice che Allende si sia suicidato per non cadere nelle mani dei nemici, mentre tutti i suoi militari rimarranno al suo fianco fino alla fine. All’arrivo dei soldati di Pinochet saranno portati via e costretti a scavarsi la fossa da soli. Li fucileranno uno alla volta e, dopo aver gettato i loro corpi nella fossa, la faranno esplodere con una granata per non lasciare tracce.

Omar Venturelli era invece un sacerdote, figlio di contadini modenesi emigrati in Cile. Scomparirà anche lui nel 1973 durante il colpo di Stato in cui verrà rovesciato il Presidente Allende.

Dopo 48 anni dal golpe e dalla sparizione degli italiani, finalmente la giustizia ha fatto il suo corso.

Irene Amenta

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