Il processo a Ilaria Salis nell’orrenda detenzione delle carceri ungheresi: un altro rinvio

processo a Ilaria Salis in Ungheria

Ilaria Salis, la maestra e attivista milanese trattenuta da quasi un anno in un carcere di Budapest per l’aggressione a due neonazisti, si trova al centro di un processo che continua a suscitare interesse e controversie. L’udienza più recente, quella di questa mattina, ha confermato la sua detenzione, ma la famiglia Salis, supportata dai legali italiani e ungheresi, sta valutando strategie legali per ottenere gli arresti domiciliari in Italia.

Il processo a Ilaria Salis è stato aggiornato al 24 maggio, con la sua dichiarazione di non colpevolezza. Orride e disumane sono le condizioni in cui Ilaria Salis è sopravvissuta nelle carceri di Budapest. Le condizioni detentive di Ilaria e le implicazioni più ampie di questa battaglia giudiziaria intricata.

Una dura battaglia giudiziaria

Ilaria Salis, la maestra e attivista milanese trattenuta da quasi un anno in un carcere di Budapest per l’aggressione a due militanti neonazisti durante il Giorno dell’Onore, è stata nuovamente colpita da una decisione giudiziaria che ha confermato la sua detenzione in carcere. Il giudice ha fissato la prossima udienza del processo a Ilaria Salis al 24 maggio, lasciando una finestra di opportunità per la presentazione di richieste di modifica della misura cautelare.

Il processo a Ilaria Salis ignora le condizioni detentive delle carceri ungheresi

L’avvocato milanese Mauro Straini ha fornito dettagli rivelatori sulla comparizione di Ilaria in tribunale. Agghiacciante è stata la scena descritta da alcune testate e agenzie stampe italiane: Ilaria Salis è stata trascinata in aula con un guinzaglio legato ai polsi e alle caviglie, il quale è stato rimosso solo parzialmente. Salis è apparsa visibilmente dimagrita ma, al contempo, fortemente determinata nella sua resistenza e lotta contro la società carcerarie e un governo di destra. La sua voce, bassa ma decisa, ha dichiarato la sua innocenza davanti al giudice ungherese.

Le accuse e la richiesta di giustizia dignitosa 

Il processo a Ilaria Salis la dichiara colpevole di aver partecipato a degli scontri e attacchi nei confronti di alcuni neonazisti europei nell’11 febbraio 2023. La Procura ungherese ha richiesto 11 anni di carcere per l’aggressione ai due neonazisti, nonostante l’avvocato della Salis, Gyorgy Magyar, abbia sottolineato l’assenza di prove a suo carico. Nel corso del processo a Ilaria Salis, l’associazione dei Giuristi democratici ha sollevato la questione delle condizioni disumane di detenzione, definendo la reclusione di Salis come una lesione alla dignità umana e una tortura di Stato.



La condanna che pende nel processo a Ilaria Salis consiste in 16 anni di carcere, dopo un tentativo di patteggiamento di 11 anni che però è stato rifiutato. L’attivista rischiava, a inizio processo, una condanna di 24 anni di carcere. Da questa vicenda, si può facilmente evidenziare anche l’aspetto dell’eccessiva sproporzionalità tra il fatto contestato e la condanna. Gli aggrediti infatti non hanno mai sporto denuncia, e le lesioni sono state definite “lievi” poiché guarite in poco meno di 10 giorni. Poche le parole dei deputati italiani, del ministro della giustizia Carlo Nordio e di un esecutivo molto vicino alla politica omofoba e revisionista di Victor Orbàn.

Le tredici pagine di protesta di Ilaria Salis

In una lettera di 18 pagine scritta durante la sua detenzione, Salis ha denunciato la sua situazione come al di sotto dei limiti della dignità umana. Questo aspetto, insieme alle preoccupazioni per la sproporzione delle accuse rispetto alla gravità dei fatti contestati, ha attirato l’attenzione di organizzazioni e attivisti per i diritti umani. Nella lettera, pubblicata poche settimane fa, Ilaria Salis racconta le sue condizioni alimentari e sanitarie, definendole come “catastrofiche”. La donna racconta di essere legata con un guinzaglio e delle manette anche nella sua stessa cella.

La lotta per gli arresti domiciliari: una possibile svolta nel processo a Ilaria Salis

La prossima udienza del processo, prevista per il 24 maggio, potrebbe essere cruciale nella lotta per la libertà di Ilaria Salis. La famiglia, supportata dai legali italiani e ungheresi, valuta attentamente la possibilità di richiedere una modifica della misura cautelare, cercando di ottenere gli arresti domiciliari in Italia. La persistente mobilitazione ha fatto nascere, da quando la donna è detenuta a Budapest, una raccolta firme su Change.org, con quasi 50.000 persone che hanno firmato per la causa: un simbolo – seppur insufficiente – che testimonia il sostegno internazionale alla causa.

Una storia di carcere, repressione e lesione dei diritti umani

Il caso del processo a Ilaria Salis rappresenta un incrocio tra determinazione individuale e sfide giudiziarie. Mentre la sua detenzione prosegue, la speranza negli arresti domiciliari e nella giustizia dignitosa continua a essere un faro per coloro che seguono questo caso intricato e controverso. La lotta per la sua libertà si inscrive in un contesto più ampio di difesa dei diritti umani e di giustizia equa.

Lucrezia Agliani

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