Problemi regionali, ripercussioni internazionali: le minacce della Wagner in Polonia

le minacce della Wagner in Polonia

Resta altissima la tensione lungo i confini orientali della Nato, a causa delle minacce delle truppe della Wagner in Polonia. Putin sa bene che i suoi mercenari stanziati nel corridoio Suwalki hanno risvegliato nei polacchi il sopito terrore del nemico che avanza da est. Tuttavia, la storia dovrebbe ricordare al presidente russo che, dalla Rivoluzione cadetta alla Rivolta di Varsavia, la Polonia non si è mai tirata indietro con il nemico alle porte.

Le regioni orientali del territorio polacco che si distendono lungo le frontiere con la Bielorussia e l’Ucraina, un tempo  note per i paesaggi idilliaci e per il turismo, sono diventate da diverse settimane le aree  più militarizzate d’Europa. Le crescenti minacce dei mercenari della Wagner in Polonia hanno spinto il governo del premier Mateusz Morawiecki a schierare i cecchini al confine con la Bielorussia, alleata della Russia di Putin e divenuta in questi mesi la base operativa dei mercenari di Evgenij Prigožin  dopo la tentata marcia su Mosca.

Secondo fonti del governo di Varsavia sarebbero un centinaio i miliziani trasferitisi nei pressi del corridoio di Suwalki, un lembo di terra lungo circa 65 km posto a cavallo del tortuoso confine tra Lituania e Polonia, che collega la Bielorussia all’exclave russa di Kaliningrad.

La tensione provocata dalle truppe mercenarie sui confini di uno dei membri più importanti dell’Alleanza del Nord dell’Atlantico, fa parte di una strategia più ampia messa a punto dal presidente Vladimir per provare a spaccare il fronte degli alleati dell’Ucraina.

La mossa dei Wagner è un altro tassello nella “guerra ibrida” tra Minsk e Varsavia

A sentire le ultime dichiarazioni del presidente Aleksandr Lukashenko, lungo i confini polacchi non ci sarebbe nessun distaccamento di mercenari russi del Wagner Group. Rispondendo alle autorità di Varsavia, il presidente bielorusso Lukashenko ha sottolineato, infatti, che i combattenti Wagner arrivati nel suo territorio sarebbero ancora tutti schierati in un campo militare temporaneo.



Eppure,  durante l’incontro avvenuto lo scorso 23 luglio con Vladimir Putin, era stato lo stesso Lukashenko a “confidare” al presidente russo le sue preoccupazioni per il crescente stato di agitazione dei mercenari di Prigožin che chiedevano con insistenza di marciare verso la Polonia. 

In quell’occasione, Lukashenko sottopose a Putin le direzioni strategiche tracciate e intraprese dai mercenari della Wagner, mostrando una mappa sul trasferimento delle forze armate polacche verso i confini con la Bielorussia.

Nelle intenzioni di Mosca e Minsk, le manovre dei paramilitari russi avrebbero dovuto alzare il livello d’allerta della Nato, impegnando le difese di Varsavia lungo la parte del fronte polacco che confina con la Bielorussia e l’Ucraina. Tra Bielorussia e Polonia, infatti, è in corso da tempo una “guerra ibrida”, accentuatasi con l’invasione russa dell’Ucraina, e finalizzata alla destabilizzazione interstatale dei partners europei di Varsavia, che viene vista dia russi come la porta d’ingresso della Nato sul fronte orientale.

Nel corso di questi concitati giorni, con l’avanzata dei mercenari della Wagner, a Varsavia c’è chi sostiene che l’esecutivo di Morawiecki dovrebbe adottare un’azione più incisiva, facendo leva sul peso rilevante conquistato nella rete NATO e sul Consiglio di sicurezza nazionale (Rbn). Ma il premier polacco resta vigile e soprattutto in attesa delle decisioni che potrebbero arrivare nelle prossime ore da Washington e dagli altri alleati europei.

In questo momento, il governo polacco si trova costretto, a ridosso delle elezioni parlamentari, a condurre una guerra e a serrare i ranghi su più fronti, ultimo l’istmo di Suwałki.  Sul fronte russo, invece, Putin deve aver recepito al meglio la lezione del dottor Stranamore di Stanley Kubrick sul potere terrifico della deterrenza, capace di suscitare nell’avversario il timore di un attacco imminente.

Tuttavia, la storia nazionale polacca è piena di eventi che testimoniano la forte determinazione del suo popolo nel respingere l’invasore: la Rivoluzione di Novembre e il miracolo della Vistola sono forse gli episodi  più significativi ed epici.

Perciò, anziché confondere la tacita inclinazione dei polacchi con il vittimismo dei vinti, sarebbe forse più saggio per  il presidente della federazione russa, ricordare come dalle parti di Varsavia non abbiano mai indietreggiato dinanzi al nemico alle porte, scegliendo di combattere anche quando tutto sembrava ormai perduto.

Tommaso Di Caprio

 

 

 

Cosa potrebbe accadere adesso

D’altronde, come sosteneva il dottor Stranamore di Stanley Kubrick, il più grande potere della deterrenza è proprio quello di creare il terrore di un attacco imminente nell’avversario, inducendolo a fare passi falsi. E Putin sembrerebbe aver seguito alla lettera l’insegnamento.

 

 

 

 

 

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