Le auto elettriche si presentano al mondo come emblema del futuro e salvatrici dell’ambiente, perché allora rappresentano lo 0,2% del mercato auto totale nel nostro Paese? Innanzitutto, chi pensa che lo sviluppo della mobilità elettrica sia frenata dagli interessi dei petrolieri, dovrà rassegnarsi a una motivazione molto più tecnica.
Il primo problema infatti risiede nella componente principale dell’auto eco-friendly: la batteria. Al momento è estremamente costosa (una da 50 kwh che permettere di percorrere appena 300 km, costa 9.500 euro). Inoltre, per quanto le batterie siano considerabili come una declinazione più grande di qualcosa che già esiste da tempo nell’elettronica di consumo, esistono pochi produttori al mondo, a volte incapaci di soddisfare la domanda di tutte le varie case automobilistiche. Vi sono, purtroppo, altri aspetti impossibili da ignorare, come l’autonomia della macchina e il problema della ricarica. D’altronde non tutti dispongono di un box privato in cui installare una colonnina di ricarica, e in Italia esistono pochissime stazioni pubbliche in cui caricarla nuovamente (una ogni 14.388 abitanti). Chi è solito a fare lunghi viaggi, o chi vive in un territorio montuoso, si ritroverebbe a caricare l’auto con la stessa frequenza del telefono, rendendo il tragitto un calvario.
Tuttavia, per una macchina di “famiglia” l’autonomia di un modello elettrico sarebbe più che sufficiente, ma il problema del costo, ancora esageratamente alto, rimane. Dopotutto, è questo il principale ostacolo, anche perché contrariamente al resto dell’Europa, fino ad oggi in Italia non esistono incentivi statali per chi acquista auto elettriche (gli unici incentivi riguardano i proprietari di auto Euro3 ed Euro4 che intendono trasformare le auto a benzina o a diesel in vetture a gpl o metano). Nel 2019 però, è previsto un passo in avanti su questo fronte: la commissione di Bilancio ha infatti approvato un sistema di incentivi per le auto elettriche e ibride (da 1.500 a 6.000 euro), inoltre ogni veicolo nuovo dovrà pagare una sovrattassa in base al numero di grammi di biossido di carbonio emessi dichiarati sul libretto, così da disincentivare automaticamente l’acquisto di auto Diesel o Benzina. Sarà vero? vedremo.
Italia a parte, in Europa si vendono più auto elettriche che in America. Molti Stati europei d’altronde hanno saputo come agevolarne la diffusione, stanziando innanzitutto dei fondi da dedicare agli incentivi per acquisto di auto elettriche. Non solo, in Norvegia ad esempio, gli acquirenti di veicoli a zero emissioni godono di molteplici vantaggi: non pagano le tariffe autostradali, parcheggiano gratis, hanno una riduzione significativa sul bollo e molto altro.
Nel nostro Paese, c’è anche da dire che vi è anche una scarsa conoscenza sui vari aspetti delle e-car, e il mercato che non è ancora pronto a comprare macchine elettriche a batteria. Tuttavia non è da escludere che con il nuovo programma sulla green mobility di Enel (la quale intende investire sull’installazione di migliaia di colonnine di ricarica) e le nuove normative, non si riesca a recuperare il gap con gli altri Stati.
Roberta Rosaci