Ogni malattia è un problema musicale, ogni cura è una soluzione musicale

SUSANNA SCHIMPERNA

Di Susanna Schimperna

 

Ogni malattia è un problema musicale, ogni cura è una soluzione musicale. Così scrisse Novalis, e così poteva scrivere solo un poeta, perché i poeti sono sfacciatissimi, presuntuosissimi, ma anche preveggenti e sintetici. E lentamente, attraverso intuizioni felici, tentativi i più strani ed evidenze scientifiche, la dichiarazione di Novalis si sta dimostrando vera.

Con la musica si attiva la memoria, si fissano e richiamano meglio i ricordi, si vivono più intensamente le emozioni. 

Con la musica, dopo un ictus, una paralisi, un trauma che ha come effetto l’afasia, l’inibizione del tessuto nervoso che circonda il danno anatomico diminuisce, può addirittura sparire. Le aree inibite si riattivano. Si torna a parlare più facilmente e rapidamente che con la logopedia.

Con la musica si può superare la balbuzie.

Con la musica l’emisfero destro, quando il sinistro che è preposto al linguaggio è fuori gioco, può convincersi a fare ciò a cui non era destinato, e trasformarsi in organo linguistico.

Con la musica anche solo immaginata la corteccia cerebrale si attiva e si ha lo stesso effetto che sentendo ritmi e melodie con le orecchie.

Con la musica chi ha difficoltà a iniziare un movimento, come i pazienti parkinsoniani, si sblocca.

Con la musica ci si calma, si combatte la depressione, si ritrova il coraggio che sembrava perso per sempre, si prova sollievo dal dolore fisico, si diventa più felici e più disperati, si dimentica l’emicrania, ci si butta in battaglia, ci si sente uniti a un gruppo, si lavora più velocemente, ci si stanca meno, ci si prepara meglio alle competizioni sportive.

Niente potrà accaderci di male finché ci sarà musica, scrisse Anthony Powell. Un altro presuntuoso, forse anche più di Novalis. Ma forse un giorno scopriremo che aveva ragione. Che il “logos” che dette origine all’universo era un suono creativo, che dolore e morte nascono da suoni distruttivi.

Non sappiamo ancora come funziona, questa faccenda dei suoni. Ma che nulla ci accadrà di male finché ci saranno non solo bellezza, forza, armonia, assonanza, consonanza, ma anche pause, accelerazioni inattese, improvvise dissonanze, a comporre una musica stupenda come quella per esempio di Beethoven, mi sembra un’idea geniale.

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