Pro vita nei consultori: gli antiabortisti sono finanziati dal PNRR

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L’organizzazione dei servizi dei consultori è al centro di un acceso dibattito in Italia, scatenato dall’introduzione di un emendamento al decreto Pnrr che prevede la possibilità di inglobare i pro vita nei consultori. Questo emendamento, proposto da Lorenzo Malagola di FdI e recentemente approvato in commissione bilancio, ha sollevato polemiche e critiche da parte di diversi attori politici e sociali, alimentando un confronto serrato sul tema della salute riproduttiva e dei diritti delle donne.

Nel contesto attuale, caratterizzato da tensioni politiche e dibattiti sociali intensi, l’emendamento ha suscitato reazioni contrastanti e messo in luce le profonde divergenze esistenti tra le varie fazioni politiche presenti nel panorama italiano. Questo dibattito non solo riflette le tensioni interne al paese, ma assume una rilevanza ancora maggiore alla luce del contesto internazionale, con l’Europarlamento che recentemente ha votato per l’inserimento del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione.

In questo contesto, il destino del provvedimento rimane incerto, mentre le polemiche e le discussioni pubbliche continuano a suscitare interesse e preoccupazione. È in questo scenario che si esprime una forte preoccupazione rispetto alle conseguenze di introdurre i pro vita nei consultori, strutture nate come laiche e sopratutto in cui l’aborto è gridato come diritto inalienabile di ogni corpo femminile. In questo decreto, ci sono anche le Regioni che avranno la possibilità di autoregolarsi rispetto allo Stato. 

Polemiche sui Pro Vita nei consultori: L’emendamento al Pnrr scatena il dibattito

L’introduzione di un emendamento al decreto Pnrr ha innescato un acceso dibattito riguardante l’organizzazione dei servizi dei consultori e, in particolare, la presenza dei pro vita nei consultori, alimentando polemiche tra governo e opposizioni sul tema sensibile della salute riproduttiva e dei diritti delle donne.

Nonostante gli accesi dibattiti che si sono formati, Fabio Rampelli ha assicurato di non voler “riformare o abrogare la legge 194”, ma sappiamo tutti quanto la presenza di antiabortisti nei consultori sia un pericolo, molto più sostanziale che formale, per i diritti delle donne e per la loro salute fisica e psicologica. 

Critiche alle associazioni pro vita nei consultori: un attacco alla libertà individuale e alla lotta collettiva

Il testo, proposto da Lorenzo Malagola di FdI e successivamente approvato in commissione bilancio, ha suscitato reazioni feroci da parte di esponenti del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico. Essi hanno denunciato il coinvolgimento delle “associazioni pro-life” come un attacco diretto ai diritti delle donne e alla loro autodeterminazione, alimentando un acceso confronto politico.



“Ci batteremo in Parlamento e fuori per i diritti delle donne e per impedire alla destra questo ennesimo attacco” ha tuonato Elly Schlein. Intanto, dopo aver chiesto il voto di fiducia sul completamento del PNRR, oggi in Parlamento è previsto il voto per la fiducia.

La voce del Movimento 5 Stelle: una denuncia delle difficoltà esistenti

Le prime voci contrarie all’inserimento dei pro vita nei consultori sono emerse dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle nelle commissioni Affari Sociali di Camera e Senato. Essi hanno sottolineato le difficoltà già esistenti nel libero accesso all’interruzione di gravidanza nel paese, evidenziando la necessità di difendere e tutelare i diritti delle donne in materia di salute riproduttiva.

Deputati e membri del M5S hanno rivendicato infatti l’origine e il fondamento delle strutture dei consultori: servizi fondamentali e di base per l’ascolto, la prevenzione, la tutela e la salute. L’attacco, quantomai vero, è appunto quello di compromettere una struttura libera da ideologie e influenze conservatrici e ultra-cattoliche. 

Come già anticipato prima, anche il Partito Democratico, guidato dalla segretaria Elly Schlein, ha condannato fermamente l’emendamento come un “attacco pesante alla libertà delle donne”. Schlein ha promesso un’opposizione decisa insieme alle associazioni femministe, ribadendo l’impegno del partito nella difesa dei diritti delle donne e nell’applicazione piena della legge 194.

Contrapposizione all’interno della Camera: diverse visioni sul campo

Dalla maggioranza, il vice-presidente della Camera Fabio Rampelli ha sottolineato l’intenzione di applicare pienamente la legge 194, senza alcuna intenzione di modificarla o abolirla. Tuttavia, la controversia rimane aperta e il dibattito si intensifica mentre il governo richiede il voto di fiducia sul decreto per il completamento dell’attuazione del Pnrr.

Ciò che rimane è però la continua tendenza della destra italiana di finanziare politicamente e sopratutto politicamente, con soldi pubblici e comunitari, organizzazioni antiabortiste e, in generale, fortemente ideologizzate. 

Nel testo dell’emendamento, Lorenzo Malagola propone anche la possibilità dell’introduzione del terzo settore nell’organizzazione dei consultori. Oltre all’autonomia dallo Stato, ogni Regione infatti potrà avvalersi di “soggetti del Terzo Settore con una qualificata esperienza nella maternità”. Anche questo, seppur presentato come progetto benefico, è un duro attacco alla pubblica sanità e ai pubblici impiegati sanitari, presenti e vigili all’interno dei consultori.

Europarlamento e contesto internazionale: una condanna per eventuali regressioni

La situazione dei pro vita nei consultori assume una rilevanza ancora maggiore alla luce del voto dell’Europarlamento per l’inserimento del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione. Tale mossa esprime preoccupazione per la situazione in Italia e condanna qualsiasi possibile regressione nei diritti delle donne, ponendo ulteriormente in risalto l’importanza del dibattito in corso.

In Italia la situazione è sempre più drastica: anche e sopratutto a livello economico, la Regione Lazio ha generato dei bonus per le neo mamme con l’obiettivo di incentivare il sostegno a queste da parte di associazioni private e cattoliche. Questo bonus, promosso da Francesco Rocca, ha sostanzialmente escluso la funzione e l’attività dei consultori. 

Come gli antiabortisti e gli ultra cattolici si fanno spazio in Italia

In questo contesto di crescente tensione internazionale e di confronto politico interno, l’emendamento al decreto Pnrr sulle presenza dei pro vita nei consultori rappresenta un punto di scontro significativo tra le diverse posizioni politiche e sociali presenti nel panorama italiano. Il destino del provvedimento rimane incerto mentre le polemiche continuano a infiammare il dibattito pubblico.

Coprendo le loro azioni con un falso e ipocrita buonismo, i pro vita nei consultori sono una delle minacce più significative per l’aborto e l’autodeterminazione come diritti delle donne. Si apre ancora di più in Italia uno scenario anti-abortista, anti-gender e profondamente patriarcale. 

Lucrezia Agliani

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