I gruppi Pro-Ana
Da Facebook a Whatsapp, da Instagram a Twitter: i gruppi sui social network sono un trend utilizzato dalla maggior parte degli iscritti e che -se utilizzato nella maniera giusta- consente di condividere idee, spunti e riflessioni con persone che hanno i nostri stessi interessi. Purtroppo, però, come succede nella maggioranza dei casi, non tutti ne sfruttano l’efficacia e si servono di gruppi di condivisione per minare sicurezze e punti fermi di persone fragili.
Esistono tantissime tipologie di gruppi: quelli che incitano l’anoressia, chiamati Pro-Ana (in cui “Ana” sta per anoressia nervosa e “Pro” connota l’ossessione e l’amore assoluto per questa condizione), sono i più subdoli perché, per accedervi, bisogna conoscere parole chiave indecifrabili e password segrete.
Sono tra i più subdoli anche perché coinvolgono ragazze molto giovani (tra i 13 e i 23 anni) con lo scopo di motivarsi a vicenda.
Ho bisogno di questo gruppo perché non sopporto di mangiare, voglio tornare a quando da bambina pesavo 19 kg
scrive una di loro.
Oppure
Sono in cerca di un Ana trainer, che mi sproni al limite e mi faccia arrivare alla perfezione
aggiunge un’altra.
Sì, Ana trainer: una motivatrice che la inciti a non mangiare. Una mentor che lr ricordi, ogni giorno, quanto sia sbagliato ingerire cibo.
Ad ogni gruppo il suo comandamento
Ogni gruppo pro-Ana ha una sorta di decalogo: comandamenti che ogni partecipante alla chat condivisa deve rispettare e considerare come il proprio mantra. Ecco i più comuni:
1) Se oggi mangi, domani sarai più grassa, resisti un giorno in più;2) Non hai bisogno del cibo;3) Le persone si ricorderanno di te come quella magra e bella;4) Potrai finalmente vedere le tue splendide ossa;5) Sarai uguale alle ragazze nelle tue foto #thinspiration; 6) Nella vita chi è magro è bello e felice, quindi il cibo ti porta all’infelicità;7) Potrai vestirti come vuoi, le persone magre stanno bene con ogni genere di vestiti;8) Quando ti siedi non dovrai preoccuparti perché si vede la pancia, le cosce e ti si scopre il sedere; 9) In ogni situazione non ti sentirai più goffa e inadeguata; 10) Non ti alzerai più la mattina sentendoti un cesso davanti allo specchio; 11) Quando ti guarderanno non sarà più perché sei grassa ma perché sei bella e magra; 12) Potrai andare al mare e in piscina senza vergognarti; 13) Non patirai più il caldo perché potrai indossare i pantaloni corti e le gonne senza vergognarti della ciccia nelle cosce; 14) Non dovrai sforzarti di tenere sempre la pancia dentro; 15) Potrai mangiare davanti agli altri senza vergognarti, perché nessuno penserà più che sei una balena che si sta abbuffando;16) Potrai ballare senza sembrare una cretina cicciona;17) Potrai portare i capelli come vuoi perché tanto il tuo viso sarà magro come tutto il resto del corpo;18) Non proverai più invidia perle persone più magre di te; 19) Non sarai inferiore a nessuno; 20) Sarai finalmente felice.
Consigli autodistruttivi che utilizzano tecniche psicologiche e fanno leva sulle frustrazioni e sulle insicurezze del soggetto, con l’intento di spingerlo verso una spirale di morte e autodistruzione; dinamiche non molto diverse da quelle del “blue whale”. Con la differenza che, mentre quest’ultimo è un gioco esplicitamente “mortale”, i blog/gruppi “pro ana” sono più subdoli: prometteno soddisfazione e felicità a chi vede nel cibo il proprio nemico da combattere definitivamente.
La ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, nel 2008 ha presentato una proposta di legge con altri due deputati dell’allora Pdl (Contento e Costa), mirata a oscurare i circa 300mila siti Internet italiani che promuovono anoressia (appunto ‘pro-ana’) e bulimia (‘pro-mia’).
Il testo prevedeva l’introduzione del reato di istigazione all’anoressia e alla bulimia e, per chi incita alla malattia, la reclusione fino a un anno, che sarebbero diventati due se l’istigazione avesse coinvolto minori o persone prive della capacità di intendere e di volere. La legge non è mai stata approvata, come è rimasta in sospeso anche la proposta Bipartisan risalente al 2014, che aveva come prima firmataria la deputata Pd Michela Marzano. L’obiettivo, anche in questo caso, era introdurre il reato di istigazione all’anoressia.
Il panorama italiano
In Italia, circa 3 milioni di italiani soffrono di anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata, di cui 2,3 milioni sono adolescenti.
Ogni anno si registrano 12 nuovi casi di bulimia nervosa per 100mila persone tra le donne e circa 0,8 nuovi casi tra gli uomini. Prevalenza femminile.
Si stima che il 95,9% delle persone colpite siano donne.
Negli studi condotti su popolazioni cliniche, gli uomini rappresentano il 5-10% di tutti i casi di anoressia nervosa, il 10-15% dei casi di bulimia nervosa e il 30-40% dei casi di disturbo da alimentazione incontrollata.Il lato maschile.
Anoressia e bulimia si manifestano tra i 15 e i 19 anni. Ma aumentano i casi a esordio precoce, 10-11 anni per l’anoressia. Sono state fatte diagnosi anche anche a 8 e a 6 anni. Questo è dovuto, secondo gli esperti, all’abbassamento dell’età del primo flusso mestruale degli ultimi decenni e anche all’anticipazione dell’età in cui gli adolescenti sono esposti alle pressioni socio-culturali attraverso i mezzi di comunicazione a favore di un ideale estetico di estrema magrezza. Invece il disturbo da alimentazione incontrollata è distribuito in un ampio intervallo (dall’infanzia alla terza età), con un picco nella prima età adulta. E poi non sono infrequenti casi di anoressia nervosa a esordio tardivo, associati a un maggiore rischio di cronicità e a una maggiore presenza di disturbi psichiatrici come ansia e depressione.
Francesca Conti